AVELLINO- C’erano le sue pipe. Una vera e propria collezione. Qualcosa che come ha ricordato il giallista Carlo Lucarelli lo rendevano un po “Maigret”, il famoso commissario personaggio di George Simenon. Ma anche il passaporto datato 1975 e la pergamena del conferimento della medaglia d’oro alla memoria al valore civile, conferitagli post mortem nel 1983 dall’allora Ministro dell’Interno Virginio Rognoni. Tanti pezzi, anche della quotidianità di Antonio Ammaturo, che questa mattina hanno fatto da cornice al convegno voluto dalla Questura di Avellino per far conoscere ai giovani un fedele servitore dello Stato . E l’omaggio al dirigente della Polizia ucciso da un patto scellerato tra camorra e terrorismo e’ stato anche quello del suo Liceo, il Convitto Nazionale Colletta di Avellino. Alla cerimonia del Polo Giovani era presente anche il dirigente Attilio Lieto. Una serie di pannelli per una vera e propria mostra su Antonio Ammaturo, quella realizzata dagli studenti del Liceo del Convitto Nazionale “Pietro Colletta”, dove il funzionario di Polizia era stato studente. Per l’occasione i ragazzi hanno anche indossato la giacca ufficiale dell’istituto avellinese. La mostra che hanno realizzato, grazie anche a materiale e foto messe a disposizione della famiglia si intitola ” Antonio Ammaturo, Il poliziotto di ferro dal cuore d’oro”. Ci sono le tappe di una carriera di investigatore. Uno dei pannelli ricorda come “Antonio Ammaturo arresto’ diversi latitanti importanti durante la sua carriera: arresto’ Roberto Cutolo, figlio del boss della camorra Raffaele Cutolo, durante una riunione di camorra ad Ottaviano; Alfredo Maisto, potente boss camorrista; Sei latitanti arrestati in una sola notte a Gioia Tauro; sequestro di un grosso carico di sigarette a Siderno, nascosto in un cimitero”. Tanti i messaggi raccolti intorno ad un disegno “iconico” del capo della Mobile.
I MESSAGGI DEGLI STUDENTI
“Caro Antonio tu ci hai insegnato che chi da’ la vita per la Giustizia vive per sempre. Hai ispirato ed ispirarerai molte generazioni”. E’ uno dei messaggi lasciati dagli studenti del Convitto, che si rivolgono ad Ammaturo con un tu che contiene la consapevolezza di avere condiviso un pezzo di una grande storia, ovvero lo stesso Istituto e la familiarità della stessa condivisione ma anche l’ ammirazione e l’esempio. Scrive un altro studente: “Caro Antonio Ammaturo, studiare la tua storia e’ stata una bellissima scoperta. Di te ho ammirato la forza, l’amore per la famiglia, lo stile Investigativo e il tuo coraggio. Per me sei simbolo di dedizione e di impegno e spero un giorno di diventare la persona che sei stato, porterò sempre nel cuore la tua storia”. Ancora un altro studente ha scritto “la tua memoria continua ad ispirare chi crede nella giustizia”.
Redazione Irpinia
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