L’analisi – Ok, il bilancio è giusto: un’altra pietra sul progetto Taccone

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varese avellino Walter Taccone

I play-off sono l’ennesimo traguardo della famiglia Taccone che nelle ultime tre stagioni non ha mai deluso le attese della piazza sul piano degli obiettivi.

Solitamente i bilanci si redigono a fine campionato, quando i giochi sono terminati in tutto e per tutto. Tuttavia la matematica conquista dei play-off da parte dell’Avellino attesta già una lievitazione del progetto della famiglia Taccone alla guida del sodalizio biancoverde. L’1-1 con il Trapani, incastrato in extremis con la sconfitta del Pescara ed il pareggio del Livorno, ha impreziosito la gestione del presidente Walter Taccone, costantemente in progresso sotto il profilo dei traguardi tagliati sul campo.

Eloquente il trend intrapreso da tre anni a questa parte con la vittoria del torneo di Lega Pro, una salvezza più che dignitosa al ritorno in Serie B e, da ultimo, il consolidamento della cadetteria ottenuto attraverso la disputa degli spareggi promozione. Alzi la mano chi nel 2009 avrebbe immaginato una rinascita così repentina e vigorosa. Nessuno, o pochi inguaribili ottimisti feriti dal fallimento della vecchia Unione Sportiva che tornerà dalla prossima stagione grazie, tanto per rimanere in tema, alla disponibilità mostrata dal presidente Taccone affinché tornasse la storia.

Il finale di campionato è tutto da vivere perché l’Avellino ha tutte le carte in regola per ricoprire il ruolo della mina vagante e, nella peggiore delle ipotesi, la società biancoverde ringrazierà Massimo Rastelli, il suo staff tecnico e i suoi ragazzi con la consapevolezza di aver apposto un’altra pietra su un progetto che continuerà a galoppare al di là dell’epilogo di questa stagione.

Non è retorica di circostanza, lo dicono piuttosto i fatti. Lo dice il management orchestrato dal direttore generale Massimiliano Taccone, figura dirigenziale giovane e rampante. Lo certifica il fiuto nelle trattative del direttore sportivo Enzo De Vito, stimato e apprezzato da colleghi più illustri (leggasi, tra i tanti, Rocco Maiorino, braccio destro di Adriano Galliani al Milan). Lo sottolinea il mutamento della filosofia sul mercato scandita dall’acquisizione di calciatori a titolo definitivo che consentirà all’Avellino di andare in ritiro questa estate con un’intelaiatura di almeno una dozzina calciatori di proprietà.

Un bilancio necessario ma non definitivo in vista del 26 maggio, data già cerchiata in rosso che potrebbe spalancare le porte del sogno cullato e accarezzato per un’intera annata.

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