La volpe, il corvo e le galline: la favola… del Comune di Avellino

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Avellino – di Luca Guarracino – Mentre il leone dormiva, un topo gli fece una corsa su per il corpo. Quello si destò e si girava da tutte le parti per cercare quel che gli era venuto addosso. La volpe, a quella vista, prese a canzonarlo perché lui, che era un leone, aveva paura di un topolino. “Non è che io abbia paura di un topo”, rispose lui, “ma mi meraviglio che qualcuno abbia osato correre addosso al leone mentre dormiva”. Ed ancora… Il corvo aveva rubato da una finestra un pezzo di formaggio; appollaiato sulla cima di un albero, era pronto a mangiarselo, quando la volpe lo vide e si mise a parlargli così: “Che lucentezza hanno le tue penne, corvo! Che nobile portamento è il tuo e che volto! Se avessi una bella voce, nessun uccello sarebbe superiore a te”. Allora quello sciocco, mentre voleva esibire la sua voce, lasciò cadere dalla bocca il formaggio, che la volpe astuta fu pronta ad afferrare con i suoi avidi denti. Solo allora il corvo ingannato deplorò la sua stupidità. Due favole che sono lo specchio di quanto accade al Comune. Vale più l’intelligenza o l’accortezza? E l’accortezza vale più della forza? In genere, la saggezza conferma che gli uomini assennati non trascurano nemmeno le piccole cose. Al Comune di Avellino la cronaca…politica ci riporta alle prove di forza: le dimissioni e …il ritiro delle deleghe, quasi come se il monocolore in atto con l’appoggio delle stampelle possa contribuire a rendere più forte, più efficace e più lineare il cammino verso il futuro e forse verso il Partito Democratico. Se questo è l’obiettivo che ben venga…ma se ci son dubbi, il tunnel è pronto. L’ispiratore delle manovre al Comune di Avellino, secondo noi e soltanto secondo noi, questa volta è caduto nella trappola. Quella della volpe che non attendeva altro di portare il problema Avellino e l’Irpinia a livello nazionale. E in questo momento, secondo noi, modesti osservatori dell’ ’intellighentia irpina, la volpe Giuditta e il maestro Mastella faranno pesare il caso “Avellino” a livelli di segreterie nazionali. Chi ci perderà, ancora una volta, sarà il buon Galasso e i suoi amici. Attendere per credere.

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