Avellino – “Chi ancora aveva qualche dubbio sullo stato di profonda crisi della provincia di Avellino non ha dovuto fare che leggere le cronache di questi giorni, che a dispetto di ogni pindarica e imbarazzante teoria di buona attività e buone pratiche svolte dalla politica per il territorio, confermano lo stato di profondo ed insostenibile isolamento culturale, politico ed economico dell’intera provincia, nonostante i tentativi di mistificarne la sostanza, magari per provare tirarsi fuori o peggio per assegnarsi il merito di qualche risultato che nessuno vede, ma che in tanti annunciano con imbarazzante solerzia, ogni volta che ritrovano scritto da qualche parte Irpinia”. Lo dice in una nota il segretario della Uil irpina Luigi Simeone.
”Lo stato sulla qualità della vita delle 110 province italiane pone quella Irpinia all’ultimo posto per “Tenore di Vita” penultima per la variazione dei prezzi al consumo, 104° per spesa media pro capite per consumi e 91° per importo medio della pensione con appena 547 euro. Con un tasso di occupazione del 47% risulta 83° nella classifica “Affari e Lavoro”, 2° per disagio sociale, 99° nei servizi finanziari e scolastici; 90° sistema salute; 96° per turismo e tempo libero, con 99° per palestre e 86° per librerie. E’ un quadro desolante che non ammette tergiversazioni, bisogna affrontare la realtà senza angoscia, ma con la consapevolezza che tutti insieme bisogna non girare pagina, ma cambiare libro. In un sistema sociale in cui si è smarrito ogni elemento atteso di qualità della vita, occorre remare immediatamente tutti nella stessa direzione, quella dei servizi, dell’assistenza, della dignità del lavoro, dello sviluppo compatibile, per ripristinare un sistema sociale che a partire da una nuova e vera produzione culturale e politica, restituisca le occasioni negate ad un intero territorio. Bisogna recuperare la dignità della rappresentazione di interessi comuni, riprendere a provare almeno imbarazzo quando per giochi ed equilibri “ politici” si fermano servizi come quelli dei piani di zona o quando si prova a costruire altri sistemi di potere nei servizi ambientali e di trasporto, quando si annunciano investimenti e poi non partono i cantieri. La rappresentazione stucchevole del rimbalzo delle responsabilità consegna il quadro desolante della capacità di incidere di un intera classe dirigente, che deve necessariamente fare ammenda di quanto fatto o meglio non fatto, per rendere attrattivo e competitivo un territorio sempre più abbandonato da ogni processo industriale, che ne ha segnato la insostenibile desertificazione produttiva. Appare evidente che c’è un emergenza nell’ emergenza, è quella della intera provincia Irpinia, che va messa a centro dell’ azione politica del nuovo anno ad ogni livello, abbandonando steccati, familismi e divisioni, non importa per proposta di chi ma bisogna mettersi tutti intorno ad un tavolo, concertando interventi e strategie indirizzate proprio a quelle criticità impietosamente descritte dall’analisi della università della Sapienza che non possono essere ignorate e non dovranno più ripetersi nella loro drammaticità. In assenza dell’iniziativa politica dovrà essere il sindacato unitariamente, come sempre nei momenti più bui del Paese, a farsene carico avviando e riavviando gli strumenti del confronto e delle intese, fino alla denuncia e alla protesta che non sono il nostro fine ma se occorre dovranno tornare ad essere lo strumento con cui combattere l’indifferenza e l’insipienza. Il percorso è chiaramente difficile, avverso e finanche avversato da chi discrimina il sud e in esso ancor più le zone interne, ma non esiste un’ altra via, siamo arrivati al punto di non ritorno, siamo in piena tempesta e per giunta controvento, quindi bisogna andare avanti e di bolina, perché anche restando fermi arretreremo ancora in balia delle onde”, conclude Simeone.