La storia – Ottanta secondi che distrussero l’Irpinia

0
804

23 Novembre 1980: la terra tremò! Erano le 19.34 quando 80 secondi bastarono per stravolgere l’Irpinia. Due furono le scosse sismiche, che raggiunsero anche il settimo grado della scala Ricther (9-10 gradi della scala Mercalli). Sconvolsero per un interminabile minuto e venti secondi una vasta area dell’Appennino meridionale, a cavallo tra l’Irpinia e la Basilicata. Il terremoto colpì 687 comuni dei quali 36 solo nella nostra provincia: Lioni con 6820 senzatetto, Sant’Angelo dei Lombardi con 6580, Conza della Campania 2000 baraccati, Teora 4000, Calabritto 3495, Rocca San Felice, Andretta con 600 senzatetto, Aquilonia con 300, Bisaccia con 370, Cairano con 480, Calitri con 700, Caposele 3500, Carife con 150, Castelbaronia con 350, Castelfranci con 700 baraccati, Cassano con 820, Chiusano San Domenico con 480, Ariano Irpino, Bagnoli, Contrada con 364 senzatetto, Forino con 1350, Frigento con 900, Gesualdo con 1200, Grottaminarda, Guardia dei Lombardi con 650, Lapio, Lauro, Mirabella Eclano con 7000 baraccati, Monteforte Irpino con 720, Montella con 4500, Montemiletto, Montemarano, Montoro Inf. Con 1380 e Monitoro Sup. con 7850, Morra De Sanctis con 430, Nusco con 1200 baraccati, Paternopoli con 650, Preturo Irpino con 570 senzatetto, Pratola Serra, Quagliariello, Roccabascerana con 480, Salza Irpina con 2350, Sant’Angelo all’Esca con 780, Santa Lucia Serino con 420 baraccati, San Mango sul Calore con 730, Sant’Andrea di Conza, Santo Stefano del Sole con 680, San Michele di Serino con 630, Senerchia con 1100 senzatetto, Serino con 2600, Solofra con 5700, Sorbo Serpico, San Potito, Sturno con 380 baraccati, Taurasi con 800, Teora con 4000 sfollati, Torella dei Lombardi con 200, Volturara Irpina con 1380, San Sossio Baronia con 730 baraccati, Manocalzati con 550, Fontanarosa con 1200, San Nicola Baronia con 700 senzatetto ed anche il capoluogo: Avellino ha registrato ben 23.571 senzatetto con tutto il centro storico crollato… Trentasei comuni irpini sconvolti, 314 quelli gravemente danneggiati e 336 i paesi distrutti. Interi centri scomparvero in pochi istanti. Il terremoto cancellò oltre 77mila costruzioni, 275.263 le abitazioni gravemente danneggiate e 479.973 le case lievemente danneggiate. Una catastrofe che interessò un’area di ben 2mila chilometri quadrati compresi fra tre regioni – Campania, Basilicata e Puglia – ed otto province e fu avvertita in un’area di 10mila chilometri quadrati. Pesantissime ed indimenticabili furono le cifre della tragedia: 2.735 i corpi recuperati sotto le macerie, anche dopo diversi giorni; 8850 i feriti; 280.000 i senzatetto. Fu Sant’Angelo dei Lombardi il comune più sconvolto dai lutti: 432 i corpi senza vita mentre Laviano pianse 311 morti, Lioni 227, Teora 170 e Calabritto 100. Paesi, dai nomi quasi sconosciuti fino a quel 23 novembre dell’80, che oggi sono scolpiti nella memoria degli italiani. Migliaia furono oltre 3 mila i volontari accorsi da ogni parte d’Italia e del mondo, oltre 4mila i Vigili del Fuoco che raggiunsero il cratere, 1000 i mezzi di soccorso, 33mila le tende; 22mila le roulotte e ben 11mila e 300 i container che per anni sono diventati case per i terremotati, e molti dei quali sono ancora presenti nella nostra provincia a testimoniare la distruzione del sisma. Erano giorni di solidarietà, di appelli, di corse contro il tempo per tentare di riportare in superficie i superstiti rimasti sotto le macerie, di corsa contro il gran freddo… e dopo la catastrofe cadde la neve, che con i suoi canditi fiocchi bianchi ricoprì le macerie, i corpi senza vita e rese ancor più difficili le notti nelle tendopoli. Le ferite di quel giorno nei territori colpiti sono state visibili per anni: bastava inoltrarsi a Sant’Angelo dei Lombardi, Lioni, Montemarano ma anche ad Avellino, per scoprire case diroccate, zone abbandonate, prefabbricati adibiti a case e negozi. In Irpinia arrivò anche il Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, che volle rendersi conto di persona di quella catastrofe, ed il Santo Padre, Giovanni Paolo II. Sono passati 25 anni dal terribile disastro del terremoto del 23 novembre 1980 che colpì, portando morte e distruzione e nonostante il tempo trascorso, nessuno dell’area del cratere, ha dimenticato… ( Di Emiliana Bolino)

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here