“La giustizia riparativa consente di sostituire i mostri che si hanno in testa”: la lezione di Agnese Moro

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Sostituire i mostri che si hanno in testa in persone in carne ed ossa. Spiega così il concetto di giustizia riparativa – perché lei lo ha fatto, lo ha vissuto sulla sua pelle – una donna il cui dolore è stato quello di un Paese intero, Agnese Moro, che ha voluto fare i conti e guardare in faccia alle persone che nel 1978 ammazzarono brutalmente suo padre, leader della Dc, ed un mese prima gli uomini della sua scorta.

Agnese Moro, donna pacata ma forte, questa mattina è stata a Palazzo Caracciolo, sede dell’amministrazione provinciale di Avellino, per partecipare alla presentazione ufficiale del centro di giustizia riparativa-mediazione “Il lampione della cantonata” che sarà ubicato presso la sede di Caserma Litto, al corso Vittorio Emanuele.

Moro non rilascia più interviste da anni ed ha voluto consegnare il suo pensiero all’intervento lucido ed emozionante che tutti hanno ascoltato in religioso silenzio. Ha spiegato che dopo oltre 30 anni, ha voluto trasformare il suo dolore, cercando anche di porre fine al suo lungo silenzio su quanto accaduto nel 1978.

In questo così difficile percorso, ha incontrato più volte gli autori dell’omicidio di Aldo Moro. “Li ho potuti guardare in faccia, ho potuto porre loro delle domande, questo la giustizia penale non te lo consente”, ha detto tra le altre cose la figlia dello statista.