La crisi di Governo – Chiuso senza accordo il mandato esplorativo del Presidente Fico: la strada verso il Conte ter si fa sempre più in salita

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Five Stars Mouvement (M5S) deputy Roberto Fico addresses deputies after was elected Chamber President during the second session at the Chamber of Deputies in Rome on March 24, 2018, following the March 4 vote. Italy's deadlocked parliament reconvenes on March 23, 2018, with a battle for the positions of speaker in each house laying the ground for a future fight over who will lead a new government.The newly-elected lower house Chamber of Deputies and upper house Senate will begin the process of electing their new speakers after parliament opens. / AFP PHOTO / Tiziana FABI

Michele De Leo – Scade questa sera il termine indicato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il mandato esplorativo – finalizzato a verificare la prospettiva di una maggioranza parlamentare a partire dai gruppi che sostenevano il precedente governo – affidato al Presidente della Camera Roberto Fico. Sono stati giorni intensi, di confronti continui, nel corso dei quali si sono succedute numerose indiscrezioni: da Renzi impegnato a giocare al rialzo pur di far saltare il tavolo al Premier Giuseppe Conte che avrebbe voluto fortemente le elezioni, dalla convocazione – poi saltata – di una fronda interna al Moviimento Cinque Stelle per evitare la ripresa del dialogo con Italia Viva fino ad una lite tra lo stesso Renzi e Maria Elena Boschi, la quale sarebbe stata ad un passo dall’abbandono di Italia Viva per passare ai responsabili a sostegno del Premier. “E’ una notizia talmente assurda da non poter essere nemmeno smentita” ha commentato la Boschi nella giornata odierna, a margine del confronto convocato dal Presidete Fico. La stessa ex ministro ha confermato che “le differenze permangono” lasciando intuire la difficoltà di un’intesa finalizzata a ricostruire la maggioranza che ha sostenuto il secondo Governo Conte. I rappresentanti di Leu sarebbero andati giù duri nei confronti dei renziani mentre il Partito Democratico giudicherebbe il divario colmabile. Intanto, Fico sarebbe pronto ad andare al Quirinale per ribadire al capo dello Stato che non è stata definita un’intesa tra le parti tanto che le forze in campo avrebbero persino deciso di non redarre alcun verbale conclusivo delle operazioni.