Incompatibilità De Simone, udienza rinviata. Le critiche di Rossano

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Avellino -Caso incompatibilità De Simone: rinviata l’udienza. Sul caso interviene a mettere il dito nella piaga l’arch. Claudio Rossano. “L’assenza del relatore Dr. Feo, impegnato in una causa penale, non ha consentito la discussione da parte del Collegio giudicante dell’azione popolare tesa a far dichiarare la decadenza della De Simone da Presidente del Consiglio Provinciale. La questione, sottovalutata per lungo tempo da molti, negli ultimi tempi deve essere stata ritenuta di una qualche importanza; nel giudizio si sono infatti costituiti, oltre alla De Simone, il capogruppo diessino Mazza, il capogruppo e responsabile enti locali della Margherita avv. Giuseppe De Mita, e stranamente la stessa Amministrazione Provinciale, che nella vicenda suddetta non ha alcun motivo di intervenire, come rilevato in numerose sentenze. La De Simone ha anche giustificato la Sua assenza con la partecipazione ai lavori parlamentari. Ma, al di là dell’importanza del giudizio, che potrebbe sancire la caduta del Presidente della Provincia e dell’intero Consiglio, vi sono da sottolineare alcuni aspetti simpatici della vicenda. La De Simone, i capogruppo Mazza e De Mita e la stessa Amministrazione Provinciale, secondo quanto stabilito dalla legge 23 dicembre 1966, n. 1147 avrebbero dovuto depositare in cancelleria i propri controricorsi, coi relativi atti e documenti, entro quindici giorni dalla data della ricevuta notificazione, avvenuta il giorno 12 luglio 2005. I controricorsi sono stati invece depositati con notevole ritardo ( il 19 settembre – il 28 settembre e quello dell’avv. De Mita addirittura il 10 ottobre ) E poiché tutti i termini della suddetta legge sono perentori, e devono essere osservati sotto pena di decadenza, tutti i controricorrenti potrebbero essere esclusi dalla trattazione del giudizio. Le stesse dimissioni da ASSE della De Simone, avvenute in data 25 agosto, risultano tardive. E vi è da notare che la Suprema Corte ha più volte ribadito che, una volta accertata l’esistenza di una causa di incompatibilità alla carica elettiva e la sua mancata rimozione nel termine di legge, è del tutto irrilevante che al momento della decisione giurisdizionale sia venuta eventualmente meno detta causa di incompatibilità, la quale ha, comunque già spiegato i suoi effetti che non tollerano rimozione tardiva. E’ mai possibile che amministratori, parlamentari legiferanti e consiglieri così attenti si siano lasciati sfuggire tali particolari? Attendo pertanto con fiducia la data del prossimo 13 dicembre, in cui verrà nuovamente discussa l’azione popolare, che dovrebbe segnare la decadenza dell’attuale Presidente”.

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