Un mare di guai per la Campania. Legambiente parla chiaro attraverso il dossier Mare Nostrum 2009 e non dà speranze alle coste della regione in cui gli unici dati da mettere sotto i riflettori riguardano la colata di cemento che porta ad un totale di 2776 infrazioni accertate nell’ultimo anno, 3142 persone denunciate o arrestate e 1002 sequestri.
Dati che lasciano sbigottiti.
La sezione operativa navale della guardia di finanza di Salerno ha fatto registrare in due anni, gennaio 2007 – dicembre 2008, nel territorio della costiera cilentana e amalfitana 377 denunce e sigilli per 127 immobili tra ville, alberghi, lidi balneari e residence, per un totale di 159 mila metri quadrati di superficie e per un valore intorno ai 150 milioni di euro.
Le operazioni dei carabinieri aggiungono, al disastro annunciato, altre 223 denunce per abusivismo edilizio e 73 cantieri sotto sequestro.
La valanga di cemento va in disastroso connubio con un sistema di depurazione inefficiente e mal funzionante. Il tutto senza voler far menzione delle innumerevoli irregolarità registrate in mare aperto. ‘Grazie’ a tutto questo la Campania si attesta a pieno titolo come la regione con il valore di balneabilità più basso, intorno all’81%.
E, non poteva essere altrimenti, Legambiente ‘premia’ la Campania – così come avvenuto anche lo scorso anno – con tanto di bandiera nera.
Redazione Irpinia
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