Anche l’Irpinia si sta facendo spazio nel panorama della raccolta e produzione dei tartufi bianchi e neri. Il pregiato fungo sotterraneo della nostra provincia, infatti, è stato inserito tra i più rinomati d’Italia. Binomio perfetto che garantisce la presenza del gustoso tubero è l’accostamento tra albero e tartufo. È luogo comune e accertato che le spore sono a tutti gli effetti ‘ospiti’ dei primi. Gli alberi che maggiormente accettano la convivenza dei tartufi con le loro radici sono il pioppo, il salice, la quercia e il tiglio. Questa simbiosi condiziona fortemente il tartufo, poiché il suo colore, il profumo e anche il sapore dipendono direttamente dal tipo di albero ospitante. Anche la forma è determinata da fattori esterni, ossia dalla friabilità del terreno: più quest’ultimo è soffice e più il tartufo si presenterà liscio e tondeggiante. Anche stagione e regione condizionano i tartufi. Il Bianco pregiato, per esempio, è tradizionalmente legato al Piemonte e alla cittadina di Alba, tuttavia si presenta abbondante anche nelle Marche, in Emilia Romagna, in Toscana, in qualche zona del Sud. Il Nero pregiato compare soprattutto nelle zone centrali della penisola, l’Umbria in particolar modo, ma tengono bene anche le varietà in Irpinia o nel cingolano.
Redazione Irpinia
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