La produzione di marroni e castagne nel bresciano è stata quest’anno a macchia di leopardo, ma qualche ‘disagio’ nella raccolta si è verificato anche in quelle aree d’eccellenza come l’Irpinia, il beneventano e il cunese. Complici le scarse piogge che hanno prodotto bacche piuttosto ‘secche’. A complicare il quadro produttivo nel bresciano è stata la concorrenza. L’annata 2008, a fasi alterne, ha fatto registrare la metà delle potenzialità del territorio lombardo: 2mila quintali di prodotto fresco, quando la media provinciale ha un budget di 4mila quintali. E se poi ci si mettono le certificazioni di altri prodotti e i costi di vendita all’ingrosso decisamente più competitivi, il mercato di marroni del bresciano potrebbe essere ‘minacciato’ dall’incursione irpina. Infatti, le castagne della provincia di Avellino, certificate Dop, sarebbero quelle che sul mercato riscontrano maggiori vendite per l’ottimo rapporto qualità/prezzo. Per esempio, il costo di vendita all’ingrosso è variato da 4.50 euro, all’inizio stagione, ai 3.20 euro quando sulla piazza sono arrivati i frutti di Avellino, Benevento e Monte Amiata.
Redazione Irpinia
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