Il Sindaco Salvatore: “Savignano deve restare comune irpino”

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Savignano Irpino – Domenica e lunedì i 1471 cittadini di Savignano Irpino saranno chiamati alle urne per decidere sul futuro del loro comune. Due giorni fondamentali dai quali dipenderà la conferma dell’appartenenza di Savignano alla provincia di Avellino e quindi alla regione Campania oppure il ‘trasferimento’ alla confinante regione Puglia. Una richiesta avanzata dalla Pubblica Assise capitanata dal battagliero Oreste Ciasullo nel settembre 2005 con la raccolta di circa 600 firme non per fattori di “…natura economica ma di abbandono e degrado in cui versa il territorio con frane, dissesto delle strade, disboscamenti senza controlli, la completa assenza di dialogo e confronto con le istituzioni campane e soprattutto la ferma volontà di queste ultime di impiantare una terza discarica sul territorio”. Da qui l’invito ad andare alle urne. In attesa dello spoglio e del necessario e fondamentale raggiungimento del quorum, sul ‘caso Savignano’ interviene Eugenio Salvatore, sindaco di Casalbore eletto consigliere Provinciale nel collegio di Montecalvo-Casalbore- Svignano-Greci- Montaguto, con una lettera aperta: “E’ nota a tutti la questione all’origine della vicenda ed è nota altresì la posizione del nostro partito, la Margherita, che non ha mancato di chiedere in quella sede garanzie a tutela del territorio, anche senza urlare e senza lanciare proclami, ma con pacatezza e con la responsabilità di chi ha un punto di osservazione capace di interpretare le esigenze dell’intera provincia. Per quanto mi riguarda ho lavorato molto in qualità di assessore Provinciale per riscattare il territorio da quella condizione. Nell’ambito delle mie deleghe provinciali, non a caso Savignano Irpino è stato il primo Comune che è entrato a far parte del PIT Regio Tratturo. Sappiamo tutti che tale progetto rappresenta un volano di sviluppo per le nostre aree di non indifferente portata, non solo per ciò che riguarda i finanziamenti per opere e monumenti pubblici, ma anche e soprattutto per la formazione dei giovani legata alla gestione delle attività culturali e al turismo, per le iniziative private in tali settori, la promozione integrata dello sviluppo del territorio, le infrastrutture di collegamento. Sul piano strettamente locale, la collaborazione con l’amministrazione in carica di Savignano ci ha visti impegnati nel valutare un’ipotesi concreta di sviluppo legata al rilancio dell’agricoltura mediante l’alternativa della coltivazione del legno da energia, che non solo porterà a superare i noti problemi legati alla crisi delle colture tradizionali (pomodorini, tabacco, cereali) ma addirittura garantirà la ripresa dell’occupazione nel settore primario. Basti pensare a quanti terreni incolti potranno essere riutilizzati a basso costo di manodopera e di gestione, mediante la produzione del legno da energia di cui l’impianto di Casalbore ha bisogno (54.000 tonnellate annue). Per cui l’appello che faccio ai cittadini di Svignano, senza alcuna enfasi, è che non diano il SI al passaggio ad altra Regione e ad altra Provincia di quel Comune che oltre a rappresentare un pezzo del nostro passato, rappresenta anche una speranza per il nostro futuro. Per il riscatto della nostra terra, se restiamo insieme si può lottare, senza Savignano sarebbe sicuramente più difficile”. Ma ora la parola passa ai cittadini…

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