NAPOLI- Criminalita’ organizzata, pubblica amministrazione, imprese infiltrate dalla camorra e vari riferimenti anche alle indagini che riguardano la provincia di Avellino. Nella relazione del Procuratore Generale della Repubblica di Napoli Aldo Policastro c’è una panoramica sulle attività delle otto Procure della Repubblica del Distretto di Napoli, tra cui quella guidata dal Procuratore Domenico Airoma, presente questa mattina nella Sala dei Busti di Castel Capuano alla Cerimonia di Inaugurazione dell’ Anno Giudiziario. Quello della criminalita’ organizzata, però, anche alla luce dei dati forniti e’ uno dei temi che Policastro, insieme alla criminalità minorile ha più volte richiamato, anche nella conferenza stampa successiva alla cerimonia nella sua riflessione.
NE’ RASSEGNAZIONE NE’ ECCEZIONI: SERVE IL RISCATTO SOCIALE OLTRE ALLA RISPOSTA PENALE
“Il contesto in cui la giustizia del Distretto di Napoli si muoverà anche in questo
nuovo anno giudiziario è complesso”. E’ l’incipit del capitolo sulle principali criticita’ e sui problemi che il Procuratore Generale Aldo Policastro ha voluto evidenziare “continuano ad affliggere il
territorio campano e la sua città capoluogo. Al riguardo, occorre, a mio avviso, guardarsi da un duplice, per così dire, “simmetrico’ rischio. Da una parte, il rischio di offrire di Napoli e del territorio del distretto una rappresentazione “rassegnata”” al degrado e alla devianza, nelle sue diverse forme: oltre a svilire le varie iniziative e i tanti processi sociali virtuosi che sono attivi sul territorio, rappresentazioni del genere sono smentite da quello che è ormai patrimonio comune
(anche se non sempre seguito da coerenti prassi), ossia la consapevolezza che criminalità e degrado.non possono e non devono essere affrontati solo sul Piano della risposta penale, ma richiedono, prima di tutto, un “riscatto sociale”. Dall’altra, il rischio di dipingere Ia situazione del distretto relegando il contesto criminale le rilevanti aree di.degrado e di povertà ad una sorta di mera “eccezione” rispetto a una realtà in cui quel riscatto è gia una solida, diffusa realtà; sarebbe questa una
rappresentazione consolatoria della situazione del distretto, situazione che, invece, richiede un’ampia, costante e profonda attività di recupero, prima di tutto rispetto al mondo minorile”
NON ESISTONO ZONE GRIGIE: SONO SOLO ZONE CRIMINALI, LINFA PER I CLAN
Dura anche la presa di posizione del Procuratore Generale rispetto alla saldatura tra la camorra e alcune aree del mondo professionale e imprenditoriale: “Non sfugge a nessuno che nella realtà napoletana non è sempre limpida la demarcazione tra il lecito e l’illecito, continuano ad essere presenti ampie aree di collusioni difficilmente aggredibili, che continuiamo, solo per abitudine, a chiamare grigie mentre sono soltanto aree criminali che richiedono maggiore impegno investigativo. Economia legale illegale si confondono.e si fondono, con gravi difficoltà nelle investigazioni per discernere, come e’ doveroso per magistrati inquirenti e/o giudicanti, il grano dal loglio. Cortine fumogene si alzano, dentro e fuori dal processo, non appena si cerca di fare chiarezza in questa area criminale fatta di imprenditori, pubblici ufficiali, politici e non, professionisti dalla grande capacita’ e con buone entrature, facilitatori e consiglieri. La forza della camorra, come di tutte le mafie, sta proprio in queste relazioni, senza le quali non sarebbero tali”.
ALLARMANTE INFILTRAZIONE CLAN NEI CONTESTI ISTITUZIONALI
“Ancora allarmante e’ l’ infiltrazione della criminalita’ organizzata in contesti istituzionali di ogni genere e, dunque la capacità della camorra di inquinare anche interi enti territoriali. Prova ne siano i numerosi scioglimenti di Consigli Comunali del distretto di Napoli per infiltrazione camorristica da ultimo Melito di Napoli e prima ancora Caivano, Quindici e Monteforte Irpino”. E’ un ulteriore passaggio che si riferisce anche alle dinamiche criminali in Irpinia, con le attivita’ dei Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino e della Prefettura di Avellino che hanno portato ai due scioglimenti nel marzo scorso. “Non va dimenticato come osserva Isaia Sales. che il monopolio del traffico di droghe, una attività economica che non ha pari per profitti con nessun ‘altra merce legale e illegale, costituisce ancora la principale fonte di reddito delle associazioni camotristiche che ha radicalmente modificato la loro disponibilità economica come nessun altro affare nella storia della criminalità. E’ stata questa cırcostanza a determinare la fase attuale del potere economico delle mafie in Italia e nel mondo”. E c’e’ il lavoro della Dda e risultati che sono indice di un altro segnale inquietante: ” I dati dei provvedimenti cautelari emessi nel periodo 1.9.2023- e 31.8.2024, nel distretto in materia di criminalità organizzata sono allarmanti e lo specchio delladrammaticità della situazione criminale ma anche del grande lavoro svolto sul territorio dai pubblici ministeri della DDA e dalla polizia giudiziaria: 152 le ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti di 1.066 soggetti, sequestri preventivi per euro186. 300, 228, una cifra enorme”. Non manca un capitolo dedicato ai reati contro la pubblica amministrazione. Policastro segnala come “sono da sempre quelli di più difficile accertamento, non aiuta la normativa limitativa sule intercettazioni, i reati più gravi sono quelli di corruzione e di turbativa delle gare di appalto e sono sempre tra due soggetti entrambi interessati a mantenere il silenzio, sono caratterizzati dal patto di omertà che lega corrotto, pubblico e corruttore ufficiale e concorrente negli appalti, difficile quindi attendersi denunce. Il ‘ periodo di riferimento risulta caratterizzato dalla limitata sopravvenienza di qualificate notizie di reato relative ai più gravi delitti dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione. Ma tale dato non deve ritenersi sintomatico di una minore diffusività dei reati contro la pubblica amministrazione stante quanto si rileva sia dall’autonoma acquisizione di nuove notizie di reato, che frequentemente si registra in occasione delle intercettazioni telefoniche ed ambientali disposte nel corso delle indagini svolte in altri procedimenti, sia dai numerosi esposti anonimi che quotidianamente pervengono e che sono spesso riferibili a gravi delitti contro la pubblica amministrazione dettagliatamente descritti da chi, tuttavia, ritiene di non doversi personalmente esporre”. E ha aggiunto: “Mentre quello di Benevento fa notare come in quel territorio la Pubblica amministrazione sia l’ “azienda’ più grande del territorio, con il numero maggiore di addetti rispetto ad ogni altra azienda, e i centri di spesa pubblici continuino ad essere quelli più importanti, con quello che ne consegue in termini di attenzione ai reati contro la pubblica amministrazione commessi da pubblici ufficiali privati, Analoga attività investigativa in tale settore hanno srolto le Procure di Napoli Nord Avellino. Il Procuratore di Avellino e quello di S. Maria segnalano indagini concernenti Comuni capoluoghi relative a collusioni turbative d’asta. La Guardia di Finanza annota per tutto il distretto che nel compatto spesa pubblica, le frodi nazionali e comunitatie
ammontano a 164 milioni di euro mentre a seguito di controlli su pubblici incanti per un valore di 181 milioni di euro sono risultati oggetto di assegnazione irregolare somme per 118 milioni, cioè più del 60%”.
AMBIENTE, L’IMPEGNO DELLA PROCURA DI AVELLINO SULL’ AREA SOLOFRANA
Nel capitolo relativo alle indagini sull’ambiente c’e’ un passaggio relativo agli accertamenti della Procura di Avellino sulla zona solofrana: “Deve segnalarsi l’impegno della Procura di Avellino nella tutela dei corpi idrici in particolare nell’ area solofrana. Si tratta di aree interessate dalla presenza storica di importati insediamenti industriali, caratterizzate dalla lavorazione di materie pericolose per la salute pubblica, con il coinvolgimento degli enti che possono fornire un contributo di conoscenza particolarmente elevato, Istituto Zooprofilattico, Istituto Superiore di Sanità”.
Redazione Irpinia
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