IL COMMENTO: Chi vince ha sempre ragione: dalla Sardegna all’Irpinia

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(di Antonio Porcelli) – Il dato elettorale della Sardegna sposta bruscamente la bilancia della politica a favore del centro destra spingendo verso il collasso il principale schieramento dell’opposizione il Partito democratico che appare ogni giorno un pugile suonato e sull’orlo del ko. Vince Cappellacci ma innanzitutto Berlusconi, il milanese che sardo non è, che è riuscito a convincere gli elettori dell’isola per natura autonomisti e poco propensi alla nazionalizzazione. Il trend continua: dopo l’Abruzzo anche la Sardegna si tinge d’azzurro e solo l’utopia può far ritenere che l’aria spinge a sinistra. La personalizzazione della politica alla fine conferma la tendenza del centrodestra e se perfino il Partito sardo d’azione alla fine si è schierato con il premier Berlusconi, il futuro per il Pd e per lo stesso Veltroni è denso di nubi nere e di speranze ridotte al lumicino. Un Pd vicino al collasso con un gruppo dirigente incapace di intercettare le ragioni e le istanze dell’opinione pubblica come nel caso Regione Campania e comune di Napoli con l’elettorato frastornato per le mancate decisioni seguite da scelte poco comprensibili come nel caso di commissari inviati da Roma con il mantenimento di riferimenti poco credibili e con la certezza di una prossima disfatta alle amministrative di giugno. E’ in crisi l’intera nomenclatura del centrosinistra e la conferma dopo le recenti sconfitte arriva da Firenze con il giovane 34enne Matteo Renzi, il nuovo Obama risciacquato in Arno che ha stravinto le primarie rompendo con il passato perché più lontano dal vertice ex diessino del partito. Renzi, una sorta di Bobby Solo degli anni 2000 ha vinto perché, il più trasversale, il più moderno, con una candidatura più centrista e più lontana dagli apparati di partito e non calata dall’alto. Alla fine la sua dichiarazione fa riflettere: “..la gente è stufa della nomenklatura. I giovani lottano per far fuori i vecchi e i vecchi cercano di segarli in tutti i modi. Questo è il corso naturale delle cose”. Si vince con la discontinuità e con le p… unite alla capacità di aggregazione e radicamento sul territorio eppure in tanti, anche nella verde Irpinia… non comprendono facendo finta di non sentire e non …capire. Si vince e si perde, ma occorre più coraggio, più intelligenza, più immagine, polso della situazione comprendendo che con i soliti nomi la sconfitta è sicura. Puoi anche vincere, ma il sogno resta nel cassetto. Conosco giovani di quarant’anni che non sorridono neanche con il solletico e giovani donne che esprimono tristezza nello sguardo e nel linguaggio. La campana a morto con gli iniziali rintocchi abruzzesi e sardi anticipa anche nel nostro territorio la bandana di Silvio ormai sempre più Sovrano con effetti devastanti nelle truppe veltroniane sempre più lacerate tra donne in perenne combattimento e continue “gelosie” alla faccia della pari opportunità e con tuttologi sempre presenti come il prezzemolo buono per tutte le stagioni e per tutti i convegni. L’effetto Sardegna con il 10% dei voti all’Udc conferma la tendenza della politica italiana: la presidenzializzazione del voto non lascia scampo alle opposizioni, anzi tenta il partito di Casini verso il riavvicinamento a discapito degli apparati della sinistra troppo autoreferenziali e incerti nell’azione politica. In sintesi anche da noi… la gente è stanca della nomenklatura, delle solite facce, dei soliti portaborse, del finto centrodestra e degli inutili Uffici politici eredi del passato e dei veleni del presente. Anche qui viene richiesto a viva voce un Matteo… irpino e una politica finalmente con visi e contenuti diversi e se qualcuno ha in mente di fare le Primarie…che sia una competizione davvero, ma davvero seria.

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