AVELLINO – C’è un vecchio adagio che potrebbe al meglio sintetizzare quanto da qui a qualche giorno potrà avvenire al Comune di Avellino. Lo recito tradotto (visto che c’è un termine poco consono), anche se capisco che non può avere lo stesso effetto di quanto lo abbia nella versione in dialetto: “per uccidere la pantegana, si dà fuoco al fienile”. La pantegana in questione, absit iniuria verbis, non devo certo spiegare chi è. Per quelli che fingono di non capire, però, chiariamolo bene. E’ l’ex sindaco Gianluca Festa e tutto quello che ha espresso negli ultimi anni di potere soverchiante al Comune di Avellino. Diciamocelo francamente. Se la posta in gioco fosse quella di voltare definitivamente pagina rispetto al sistema di potere “festiano”, allora non ci sarebbero tante discussioni da fare. Il problema è più ampio e davvero si rischia di bruciare il fienile, intendendo con questo la credibilità di una alternativa a quel sistema di potere che già è seriamente condizionata da altri microsistemi di potere che hanno solo colore diverso, ma non sono molto distanti dal “festismo”, perchè i silenzi su altre questioni come Monteforte e la gestione di enti dove il Pd governa è assordante e non si allontana moltissimo da quella in atto al Comune di Avellino. Diciamo con altrettanto schiettezza che la cittadinanza percepirebbe come una semplice sostituzione di potere qualsiasi soluzione che porti la minoranza nelle braccia dell’amministrazione comunale e della sindaca Nargi. Un’operazione di Palazzo. Magari una congiura. Cosa propone questo Patto per Avellino? Solo la gestione di 170 milioni di fondi tra Pnrr. E’ sicuramente il “piatto” forte del “Patto”. Scusate il gioco di parole. E gli altri capitoli? Altri interventi che vanno solo nell’ ottica della gestione, molto vago il riferimento al “limbo” delle Politiche Sociali, al Centro Autismo, alla Cultura. Come se una città ed un programma non debbano avere in primis una base etica, una convergenza sui principi e sul modus operandi. E dovremmo ritenere che sulle questioni di principio ed etiche, sulle scelte che non siano solo di mera gestione, il PD possa trovare una sintesi con Forza Italia e con gli ex festiani (perché non va dimenticato che una parte dei consiglieri folgorati sulla Via di Damasco erano nelle fila di Davvero e W La Libertà)? La risposta dovrebbe essere no. Per quanto riguarda il nostro punto di vista, che ammettiamo, potrebbe francamente interessarvi più o meno quanto una bistecca ad un vegetariano, riteniamo che il discorso debba essere chiuso già prima della fine della conferenza stampa del sindaco Nargi. Abbiamo usato una sorta di “InFestometro”, per misurare il livello di quanto ancora in parte la “maggioranza” non abbia totalmente spezzato questo cordone ombelicale sulle questioni di principio con l’ex sindaco Gianluca Festa e i suoi. Su un tema caldo e delicato. L’inchiesta Dolce Vita. Quella per cui il sindaco Laura Nargi ha detto in aula “abbiamo fatto soffrire la città”. Logica avrebbe voluto che, nel caso tra qualche settimana si dovesse procedere con il rinvio a giudizio, che è probabile ma non certo, il Comune di Avellino non avrebbe remore a costituirsi contro gli eventuali imputati, giusto anche per la “sofferenza” arrecata alla comunità e mai per vendetta. Ebbene, rispetto alla domanda, che è documentata e potrete controllare nelle varie dirette della conferenza stampa, il sindaco Laura Nargi si è limitata a dire: “questa non è una decisione da maturare in questa sede, non si possono confondere le questioni”. Mentre il sindaco Nargi lo diceva, un consigliere fedele al sindaco, ma evidentemente ancora un poco festiano, continuava a ripetere che non è stato ancora rinviato a giudizio nessuno. Nonostante tutti i condizionali e le cautele possibili. E’ chiaro che con i se e i ma la storia non si fa. Ma quale dovrebbe essere la sede per discutere di queste vicende? Il famoso “Patto per Avellino” valuterà anche queste questioni? Il PD e la minoranza riterranno questo un profilo di secondo piano? Se la città ha sofferto, chi paga? Per questo ai naviganti, come fece la maga Circe (senza però volerci arrogare alcuna abilità esoterica) consigliamo di mettere la cera nelle orecchie e legare chi vuole ascoltare il fascinoso canto della sirena Ligeia. Perchè il viaggio verso Itaca, la nuova città che deve nascere e la visione alternativa non si può fermare nella affascinante isola delle sirene. Altro che “canto del cigno” quello del sindaco Laura Nargi ieri pomeriggio in consiglio comunale è apparso piuttosto il “canto delle sirene”. Sapranno Ulisse e i suoi resistere come nella più nota Odissea?
Redazione Irpinia
Testata giornalistica registrata al tribunale di Avellino con il n. 422 del 21.5.2014
- Redazione – Via Dell’Industria snc – Pietradefusi (AV)
- 082573384
- redazione@irpinianews.it