Idv: “Irpinia sempre più dimenticata”

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Da Italia dei Valori di Avellino riceviamo e pubblichiamo “Indignarsi per la chiusura della stazione ferroviaria di Avellino sforzandosi di ricercare oggi i colpevoli, equivale a condonare 30 anni di mala-politica e clientelismi i cui effetti li stanno pagando i figli di coloro che negli anni ’80 furono “messi a lavorare” in fabbriche fantasma,ospedali fantasma e stazioni fantasma. Che il trasporto su ferro in provincia di Avellino non avesse un futuro lo si scopre non certo in questo scorcio d’estate. Che Avellino fosse da tempo un ramo secco è teorema antico. Che Avellino sia sopravvissuta alla chiusura nell’ultimo decennio solo grazie alla convergenza di amicizie importanti nelle stanze dei bottoni è verità innegabile. Affermare che per il trasporto pubblico locale ci sia stato uno straccio di programmazione,dire che in passato si sia pensato ad una rivalutazione della ferrovia ad Avellino ,credere nella bontà delle proposte che giacciono in qualche scantinato di palazzo Santa Lucia è bugia che nemmeno il più santo dei confessori potrebbe assolvere. Volutamente la stazione ferroviaria di Avellino la si fa morire con lentezza,si spalma l’agonia nel tempo prima sopprimendo un tratto,poi ancora un altro,poi una linea….e così fino ai giorni nostri quando complici la privatizzazione,la crisi e il taglio della spesa pubblica si individua nell’assessore Vetrella colui al quale si da il compito di infierire il colpo di grazia. Avellino l’8 settembre chiuderà inesorabilmente perché forse il vero interesse a tenerla in vita non era la mobilità di studenti e pendolari o la necessità di provvedere ad un’alternativa al trasporto su gomma bensì i residui appalti per le corse sostitutive affidate a ditte private,ciò che rimaneva della manutenzione sulle tratte e il completamento di interventi fantasiosi come la linea mai entrata in funzione che collega la stazione centrale al terminal merci della FMA di Pratola Serra”

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