I fattori che vengono presi in considerazione dagli operatori finanziari per la determinazione del prezzo del petrolio

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Il prezzo del petrolio viene influenzato pesantemente dalle valutazioni degli operatori finanziari effettuate in base alla percezione che hanno delle tendenze del mercato e sulle previsioni relative ai livelli di domanda e offerta, ma anche in relazione alle crisi politiche internazionali e agli equilibri socio-economici che caratterizzano soprattutto le zone nevralgiche del globo in termini di produzione di greggio.

Tutti questi fattori, spesso in facilmente inquadrabili, rendono i prezzi particolarmente instabili e soggetti  a repentini aumenti o cali a causa di eventi spesso inattesi e imprevedibili.

Basti pensare alla pandemia in corso che da un anno e mezzo ormai ci accompagna e che rende la quotazione del petrolio oggi sempre più incerta e influenzata dall’incertezza sugli esiti dell’emergenza e in relazione alla ripresa a pieno regime del settore produttivo.

Esistono comunque tre fattori che vengono utilizzati dai trader per determinare il prezzo del petrolio. Andiamo a vedere quali sono.

Scorte correnti e future

Per scorte correnti ci si riferisce alla produzione attuale mondiale di petrolio. Per capire quanto questa possa influire nelle fluttuazioni delle prezzo del petrolio basta fare qualche esempio. Nel 2014 la produzione di greggio negli States ha subito un aumento netto superando di fatto la richiesta del mercato. La conseguenza di questa sovrapproduzione si è sostanziata in una riduzione marcata del prezzo del barile di petrolio nel giro di un paio d’anni. A fronte invece di una riduzione drastica il prezzo è invece schizzato alle stelle in pochissimo tempo. Le scorte future rappresentano invece le riserve messe da parte e di cui si dispone nel momento in cui i prezzi tendono a salire eccessivamente a causa di disastri ambientali o scelte di politica economica.

Domanda

Un altro fattore che viene tenuto in forte considerazione dagli operatori finanziari è la domanda di petrolio, soprattutto da parte dei produttori più importanti, ossia Cina e Stati Uniti. La domanda tende a crescere durante i mesi estivi, mentre si eclissa in quelli invernali.

Ma questo fattore rimane caratterizzato da un’estrema incertezza in quanto influenzato da eventi non prevedibili come gli eventi atmosferici, le fluttuazioni del mercato valutario e le decisioni da parte dei maggiori produttori di petrolio, OPEC in primis. 

Distastri ambientali

Come già anticipato, gli eventi atmosferici ma anche quelli causati dall’uomo che causano danni ingenti, soprattutto in determinati contesti cruciali per la produzione o direttamente sull’estrazione di greggio, influiscono pesantemente sul prezzo del petrolio.

Ecco un paio di esempi molto significativi. Nel 2011 le inondazioni causate dal fiume Mississippi ha causato danni ingentissimi in una zona molto estesa degli Stati Uniti. Il timore che gli effetti della calamità potessero avere un impatto pesante sulla produzione delle materie prime ha avuto un effetto immediato sul prezzo del petrolio, facendolo schizzare letteralmente verso l’alto.

Lo stesso discorso lo possiamo applicare all’uragano Katrina, altro evento drammatico che ha messo in ginocchio la Louisiana e che ha fatto diminuire la produzione di greggio del 25%, e che allo stesso tempo ha fatto crescere il prezzo del petrolio in maniera esponenziale.

Pandemia

Un esempio attuale e perfetto per comprendere le possibili dinamiche delle fluttuazioni relative alle quotazioni del petrolio è la crisi pandemica in corso. Nel primo trimestre dello scorso anno la domanda di petrolio, a causa del ridimensionamento di molti comparti produttivi, è calata notevolmente. Per evitare un abbassamento drastico del prezzo del petrolio, i maggiori produttori mondiali hanno optato per una diminuzione della produzione. Questa strategia però non ha convinto gli operatori finanziari e di fatto il prezzo ha continuato a scendere regolarmente e inesorabilmente sino all’inizio del secondo trimestre.

La ripresa durante i mesi estivi e l’abbandono del concetto di lockdown totale da parte delle maggiori potenze economiche, hanno ridato respiro alla produzione che ha ripreso a marciare, facendo risalire la domanda e aumentare il prezzo del petrolio, con una produzione che l’OPEC ha deciso di aumentare soltanto il mese scorso.