Guardare un film genera serenità, il libro dell’Irpino De Maio lo spiega scientificamente

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AVELLINO- Guardare un film può creare armonia e farci vivere una dimensione di serenità. E’ un luogo comune che ora ha anche una spiegazione neuroscientifica. Quella proposta dallo scrittore avellinese Virginio De Maio nel suo “Filmatrix Infinity”, l’ultima opera realizzata da De Maio, che e’ stata presentata ieri pomeriggio al Circolo della Stampa nell’ambito degli incontri promossi dalla Libreria Giunti di Avellino, quella denominata “Giunti al Punto”. A discuterne con l’ autore, Marika Cutino, responsabile della libreria Giunti di Avellino. Grazie alla visione di un film si può raggiungere uno spazi di illimitata coscienza, una vita armoniosa che ci fa commettere diversamente con chi e quanto ci circonda. In buona sostanza libera l’uomo dall’ego.
CHI E’ L’AUTORE
Virginio De Maio, avellinese, autore e ricercatore indipendente, è un esperto riconosciuto per i processi di apprendimento ed evoluzione tramite la metafora cinematografica. Ha fondato “Il Cinema Insegna”, “Filmanager” e “Training with movies” per promuovere il cambiamento personale e organizzativo attraverso scene di film. De Maio ha ottenuto certificazioni in Neurocinematica, Ultra Mind System, Remote Viewing, Coaching e Ipnosi. Tra i suoi clienti figurano aziende come Lamborghini, Autostrade per l’Italia, Associazione Bancaria Italiana e Prada.
E’ docente associato per le Master Class dell’Italian Movie Award e co-produce docu-film a scopo sociale, aiutando migliaia di persone a ritrovare l’equilibrio nella loro vita personale e spirituale.
COME NASCE IL LIBRO
“Quante volte abbiamo detto: vado al cinema o guardo un film per staccare un po la spina? Questo modo di dire non è solo figurativo, ma accade anche da un punto di vista neuroscientifico, cioè cosa capita nella nostra mente quando vediamo un film, la parte del cervello che domina e tiranneggia con i pensieri sul futuro e il rimuginare il passato, deve cedere il passo. Il primo effetto è la mancanza di io”. E ha continuato a spiegare l’autore: “Quando noi ci caliamo nele emozioni, uno stato di empatia, che ci porta però fuori dallo stato di limitata coscienza. Siamo troppo alla rincorsa delle emozioni, ma spesso non ci rendiamo conto che un esperienza felice ha un inizio e una fine. Cosa diversa da armonia e serenità.
Il disinnesco e defusione dalle emozioni, perché quando sono negative non abbiamo più capacità di separarci e’ la soluzione. Per cui lo spazio tra pensieri ed emozioni è quello di illimitata coscienza”. Come nasce il libro? “Il libro è nato in uno dei peggiori momenti della mia vita- ha spiegato De Maio- che e nato nel mio annus horribilis, dalla mia esperienza che e’ stato difficile nel lasso di pochissimo tempo. Lutti, difficoltà che mi hanno travolto da un punto di vista esperienziale ma sentivo di toccare quella armonia e quella serenità che mi faceva affrontare quelle sfide. Ho voluto indagare, perché non mi sembrava un fatto semplice. Quella capacita’ di lasciare andare le cose, farsele scivolare addosso. In quel momento avevo quella capacità e ho indagato, per capire perché. Ho approfondito tutti i meccanismi con cui il cinema ci aiuta ad indagare la vita”.