Giuseppe De Mita alla “Cittadella del Volontariato”

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Il vicepresidente della giunta regionale della Campania, Giuseppe De Mita, ha preso parte questa mattina presso il Carcere Borbonico di Avellino all’iniziativa “La cittadella del volontariato” promossa dal Centro Servizi per il Volontariato “Irpinia Solidale” di Avellino. “I temi affrontati questa mattina sono molto delicati e di assoluto rilievo – ha dichiarato il vicepresidente De Mita – E’ proprio su questi temi che la Regione Campania si appresta a portare all’attenzione del consiglio regionale alcune valutazioni problematiche sulle modalità di organizzazione del welfare, e di questo si occuperà nello specifico l’assessore Russo, e dei servizi pubblici locali, aspetto di cui mi sto occupando in prima persona”. “Partirei da un esempio che trovo calzante – ha continuato De Mita – Sulla legge 328 siamo passati da cento milioni di euro a cinque milioni di trasferimenti statali. Questa è la dimensione del problema, che non può essere affrontato solo in riferimento alle conseguenze della riduzione delle risorse, senza ragionare sulle cause storiche che l’hanno determinata. L’accrescimento indiscriminato dei diritti individuali della persona è una di queste ragioni. La politica, un po’ per debolezza e un po’ per inconsapevolezza ha rincorso tutti i diritti, ritenendo di doverli tutelare allo stesso modo. Questa orizzontalizzazione della tutela ha determinato l’insostenibilità della spesa che ne è diventata la conseguenza più evidente, soprattutto per una cattiva ed errata allocazione delle risorse”. Quale la possibile via d’uscita? Il vicepresidente De Mita dà una traccia. “Bisognerà – ha continuato – definire quelli che sono i diritti assoluti, dando vita ad una scelta culturale, quei diritti, , he non possono essere subordinati a questioni economico-contabili. Dobbiamo, quindi, decidere quali diritti meritano la tutela in termini assoluti. La conseguenza, se così non si dovesse procedere, sarà l’assenza totale di tutela. Il primo passaggio, dunque, è la riscrittura delle priorità. Sarà a mio avviso un modo anche per recuperare risorse, anche prima che ci siano i tagli”. “Si sta affermando – ha continuato De Mita – sempre più velocemente nella riflessione e nella pratica l’introduzione di un elemento terzo nella tradizionale scansione bipolare tra il privato e lo Stato, che è la dimensione comunitaria. Costruendo in termini comunitari l’organizzazione dei servizi alle persone, abbiamo la possibilità di approssimare la tutela alla dimensione effettiva del bisogno. Una delle possibili soluzioni, infatti, è quella di affidare risorse e sostegni alle comunità, alimentando la dimensione produttiva delle comunità”. “Il ragionamento che stiamo facendo in Regione – e così De Mita ha concluso – è questo: senza lasciarsi andare alle rivendicazioni contro lo Stato nazionale, proporremo al consiglio regionale una ipotesi di riscrittura dei diritti, di riorganizzazione della parte burocratica e di valorizzazione delle comunità. Questo è il tema che oggi hanno davanti le democrazie moderne, non si tratta certo di una questione locale. La politica ha questo grande compito ed in questa partita il ruolo del volontariato non può che essere di grande rilievo e di assoluto protagonismo”.

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