Giuditta: Udeur fuori dalla giunta? Il sindaco deve dimettersi!

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Avellino – Non vogliamo andare con il Partito democratico, siamo al centro e guardiamo con attenzione verso l’iniziativa messa in campo da Savino Pezzotta. La formula politica del centrosinistra non c’è più e Antonio Bassolino non può immaginare di poter continuare a strumentalizzare la situazione, chiediamo l’azzeramento della Giunta e la nomina di un nuovo esecutivo che mostri discontinuità rispetto al passato. Il parlamentare Udeur Pasquale Giuditta, intervenendo al comitato provinciale, che si è svolto questa sera nella sede del partito, è tornato sulla posizione che il Campanile ha assunto in questi ultimi giorni, affondando due colpi alla gestione regionale: “Non accettiamo che Bassolino continui a fare gestire i fondi ad Isaia Sales e che questi vengano utilizzati non per far crescere il territorio, ma i loro consensi”. E sul Comune capoluogo il parlamentare Udeur ha osservato che se la volontà è che il partito esca dalla maggioranza il sindaco Giuseppe Galasso si deve dimettere. Il principio secondo il quale l’assenza dei rappresentanti Udeur negli esecutivi dovrebbe portare al voto è stato ripreso anche da Giovanni Colucci, vice presidente della Provincia, che ha riferito di una situazione confusa, nella quale sono saltare le regole tradizionali della politica. Colucci si è rivolto al direttivo per sollecitare un forte impegno finalizzato ad ottenere il migliore risultato possibile nei quindici comuni irpini nei quali si voterà a breve. Tra gli interventi anche quello di Sbrescia, che ha espresso un giudizio negativo nei confronti della gestione Bassolino e l’opportunità che si riparta mettendo in campo persone di alto profilo. Sul dato nazionale il campanile ha ribadito la propria contrarietà verso qualsiasi ipotesi che sia legata ad una legge elettorale che non crea stabilità, ma avvantaggia il Partito democratico. Ha introdotto gli interventi il segretario provinciale Gaetano Musto. Tra i presenti l’assessore provinciale Francesco Lo Conte, che ha scelto di non prendere la parola.

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