Giuditta attacca Bassolino e il Partito democratico

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(di Tiziano Tedeschi)- Il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, ha pensato soltanto al governo fine a se stesso, avrà potuto anche avere grandi consensi, ma non ha saputo interpretare la centralità del territorio ed oggi occorre recuperare una politica innovativa, che aspiri alla crescita della regione e delle realtà locali. Pasquale Giuditta, parlamentare dei popolari Udeur attacca l’istituzione Regione e sottolinea che occorre una nuova partenza dopo l’ultima fase, caratterizzata da una gestione non finalizzata alla crescita del territorio, ma alla crescita dei consensi. E condanna i commissariati istituiti per le numerose emergenze, che sono soltanto un escamotage per non decidere. Sono strutture lente e pesanti, che si sovrappongono alle istituzioni. Sul Partito democratico avverte: è solo un contenitore vuoto, non rappresenta la novità e non recupera i valori tradizionali del paese.

Onorevole Giuditta, partiamo dal Pd. Perché ritiene che sia solo un contenitore vuoto?

Scoppola affermava che nella Democrazia Cristiana erano rappresentati alcuni partiti che avevano scelto di stare insieme, ma avevano la stessa matrice culturale e storica, mentre il Partito Democratico, oltre a non rappresentare la novità della politica nazionale, si presenta come un contenitore al cui interno ci sono forze non omogenee e divergenti, che non sono in nessun modo ispirate ai valori della vecchia Democrazia Cristiana. Sinceramente, io non ho ancora ben capito cosa rappresenti il Pd e cosa voglia dimostrare: non credo possa essere il punto di riferimento per i moderati, che sono la maggioranza nel paese.

Volete ricostruire la Democrazia Cristiana, allora? L’Udeur da tempo è appassionato al grande centro…

No, la Dc appartiene ad una epoca trascorsa che non può tornare e di questo siamo tutti ben coscienti. Sarebbe un errore cadere nella nostalgica illusione di una restaurazione, ma possiamo e dobbiamo far rivivere quella esperienza sociale e culturale, che non è mai stata sconfitta dalla storia. Penso, ad esempio, alla capacità di mediazione, che oggi è stata smarrita e che dovrebbe essere recuperata. Dopo la Dc ognuno ha fatto il proprio percorso, senza manifestare la capacità di aggregare nuovamente un pezzo importante della società e adesso da una parte abbiamo un contenitore vuoto, dall’altra abbiamo un populismo eccessivo che non ha alcuna caratterizzazione culturale ed entrambi non sono in grado di riempire lo spazio vuoto lasciato dalla Democrazia Cristiana, in termini di valori e di principi. Credo che il ricordo di Fiorentino Sullo, recentemente celebrato ad Avellino alla presenza del senatore a vita Giulio Andreotti abbia avuto un significato particolarmente incisivo. Tutti hanno sottolineato l’attualità del suo pensiero di grande riformatore.

L’incontro è stato presentato dal centro studi “Tempi Nuovi”, anche questo un contenitore di idee, giusto?

Il centro studi intende sollecitare una riflessione intorno ai temi di interesse sociale e culturale ed è aperto alla partecipazione di chiunque abbia a cuore le sorti della propria comunità. Vogliamo promuovere un approfondimento con la pubblica opinione, perché riteniamo che i grandi temi, come le riforme, debbano essere dibattuti con la gente e realizzati insieme. L’idea forza del centro studi è quella di creare un collegamento tra le istituzioni e la opinione pubblica affinché si ragioni intorno a questioni che spesso rimangono sullo sfondo. Insomma, noi vogliamo dare risposte concrete alle persone, interpretando i loro pensieri e le loro aspettative.

A proposito di problemi, in Campania in queste ore ne stiamo registrando tantissimi. E sono tutti emergenziali…

Il vero problema è che la politica centralista rischia di tagliarci fuori dai grandi progetti di sviluppo del territorio. Lo dicevo prima: Bassolino ha pensato a fare consensi, ma non ha contribuito alla crescita delle aree, attraverso la valorizzazione delle risorse presenti in ciascuna di esse, e adesso siamo costretti ad elencare i problemi. Sulle infrastrutture vorrei far notare che negli ultimi quaranta anni sono stare realizzate tantissime opere, ma oggi tutto si è fermato e rischiamo di scomparire dalla mappa degli scenari futuri. La politica deve essere più coraggiosa per assumere la responsabilità delle decisioni, anche se in qualche caso possono essere impopolari e non pagare subito in termini di consenso. Ho presentato un emendamento per cancellare i commissari: acque, rifiuti, ambiente, non è possibile che davanti ad una difficoltà si nomini un commissario straordinario, che non risolve e non aiuta alla soluzione di una questione. L’esperienza insegna che quelle strutture non sono altro se non sovrapposizioni pesanti e lente, che rappresentano un escamotage inutile. La Campania, come l’Irpinia, hanno bisogno di una stagione nuova, che passa anche attraverso il rinnovamento della politica.

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