“Domani è previsto un incontro di boxe tanto surreale quanto pericoloso: un pugile trans, escluso dai mondiali femminili per non aver superato i test ormonali, combatterà con le ragazze a Parigi e sfiderà un’atleta italiana – è quanto riporta in una nota Raduazzo, Vicepresidente Provinciale di Gioventù Nazionale Avellino -. È davvero una cosa inaudita – continua Nicola Antonio Raduazzo – in queste Olimpiadi si sta raggiungendo l’apice della scelleratezza. C’è una continua sovrapposizione di biologia e percezione. La nostra azzurra, Angela Carini (e nessuna altra atleta femminile) non può gareggiare contro il pugile algerino Imane Khelif.
Forza maschile e forza femminile non sono tra loro paragonabili (anche e soprattutto in casi sui generis come questo); a testimonianza del vero ci sono le parole della messicana Brianda Tamara Cruz Sandoval: “I suoi colpi mi hanno fatto molto male, non credo di essermi mai sentita così nei miei 13 anni da pugile”. Tutto questo altro non è che uno schiaffo all’etica dello sport e alla credibilità delle Olimpiadi.
Ci uniamo alle perplessità ed agli interrogativi posti dal Ministro Andrea Abodi, dal Presidente del Senato Ignazio La Russa e dalla Senatrice Giulia Cosenza.
Alla stessa atleta algerina era stato impedito di partecipare ai mondiali di boxe dello scorso anno per aver fallito il test ormonale, mentre a Parigi, grazie ad una regolamentazione diversa imposta dal CIO, ha ricevuto il via libera per gareggiare con atlete donne.
Non è possibile che nel nome dell’inclusività si calpestino i diritti delle donne alle quali viene negata la possibilità di gareggiare in un contesto di parità di condizioni. Pensavamo di aver visto tutto con la dissacrante cerimonia inaugurale dei Giochi ma a quanto pare ci sbagliavamo. Queste Olimpiadi somigliano più al carnevale di Viareggio che al reale significato assunto già dai tempi della loro fondazione, 776 a.C. Spero che questo insieme di elementi facciano comprendere il reale rischio che stiamo correndo, oramai da tempo, come europei, occidentali e cristiani” – conclude Raduazzo.