Giovani, rabbia, amore e fragilità. A Moschiano il Forum discute sulla “cura”

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MOSCHIANO- “Una terapia per aiutarci a capire meglio quelli che sono i sentimenti, soprattutto rabbia e amore”. Molto probabilmente questo passaggio di Pasquale Mazzocca, giovane studente liceale e componente del Forum dei Giovani di Moschiano, sintetizza perfettamente due ore di dibattito sul libro del giornalista del “Mattino” Nello Cassese “Rompere in caso di emergenza”, che racconta come la scrittura sia stata un efficace antidoto al dolore per una crisi sentimentale. In tempi scanditi da femminicidi che spesso hanno visto protagonisti i giovani, ma anche fragilità che hanno portato a gesti estremi, un libro che per i giovani del Forum guidato da Lidia Vona rappresenta una testimonianza utile per gestire i sentimenti, soprattutto il dolore. La risposta, come ha spiegato il sindaco di Moschiano Sergio Pacia deve “essere culturale, perché noi abbiamo puntato molto sulla cultura e sui giovani. Possiamo realizzare tante opere pubbliche ma il vero obiettivo sono i giovani e la cultura”. La cultura che diventa “cura”, come nella rappresentazione artistica che ha chiuso l’evento, sulle note della canzone che ha lo stesso nome ( “La cura” ) di Giorgia. Il messaggio che consegna alla platea ed in particolare ai giovani l’autore, il giornalista Nello Cassese è quello di “non farsi suggestionare da quello che accade all’esterno, anzi seguire quello che avviene all’interno” e riuscire a “normalizzare le crisi, che consente anche di uscirne migliorati”. Parole che hanno preso spunto dalla circostanza che in questi tempi è una fortuna reagire senza aggressività ad un momento di crisi: “Sì sono stato fortunato a reagire in questo modo. Perché ho avuto sia valori familiari che mi hanno portato a non reagire diversamente.  Molto anche in ambito diciamo sociale,  tutto un insieme di amicizia, ma anche appunto la città in cui vivo. Ho avuto un ambiente familiare e sociale che mi ha portato a non reagire come stiamo purtroppo leggendo in diverse vicende di cronaca. Stiamo vivendo una società in cui siamo sempre più abituati a non mostrare il dolore perché magari ci fa sentire deboli e quindi noi dobbiamo essere sempre forti sempre capaci a farcela da soli..non avere mai momenti di debolezza, cadere.  lo ho vissuto pure il mio da solo, ma in  realtà l’ho vissuto  dopo con un “noi” con noi è il noi  di coppia che può essere appunto una base di di di una situazione di crisi sentimentali.  Ma è un noi vissuto con la mia famiglia, gli amici, tutti quelli che mi davano supporto. Quindi  si affronta come una persona singola, una crisi, ma  la superi se  riesci a trovare un insieme di persone di situazioni  che ti danno la forza di andare avanti.  Ai ragazzi, che sono giovani,  un po’ più giovani di me  posso dire semplicemente di non farsi suggestionare da  quello che succede all’esterno, ma farsi indirizzare da quello che succede al loro interno.  Quindi se un giorno,  un mese,  un anno si vuole essere anche tristi, è giusto che si faccia i conti con questo tristezza.  così come  si facciano i conti con un sogno, sia  lavorativo che familiare , che può non arrivare subito, può essere può arrivare a compimento in un tempo. Abbiamo parlato spesso di di carriera,  di studi, cioè quanti persone giovanissime sentono sormontati da  questo peso  di dover per forza finire gli studi e gli stessi ambiti di  tutti quanti, dover  arrivare al successo lavorativo  in tot anni, quando si può arrivare al successo  in più  anni e si può avere un successo, ancor più grande di quello  di parlavo avanti. Quindi Insomma il il messaggio che voglio lanciare a questi ragazzi che mi hanno  invitato che ringrazio nuovamente,  assieme al sindaco che insomma ho conosciuto durante il lavoro al Mattino è che non c’è mai un tempo per tutti e soprattutto non c’è mai un livello di sopportazione uguale per tutti. Ognuno è fatto a modo proprio, ognuno può sopportare  un dolore, una crisi in  maniera diversa. L’importante è comprendere che non c’è nulla di sbagliato. Perché quando si comprende mette nell’ ideologie che fare tardi per la formazione, fare tardi negli studi, avere una crisi con una ragazza sia sbagliato,  questo è il primo passo per arrivare a tanti casi di depressione. Purtroppo potrebbe anche  portare  a gesti fatali verso di  sé e verso gli altri.. Quindi insomma quello che ha fatto questo libro è porto in giro  ormai da due anni,  il messaggio è di normalizzare le crisi. Le crisi arrivano  e se si è bravi e spesso devo dire che lo siamo, anche se magari non tutti nello stesso tempo, riusciamo a uscirne anche migliorati”. Cassese, aprendo il suo intervento nella sala consiliare del Comune di Moschiano, si è detto onorato per essere stato “uno dei primi ospiti di questo impegno che ha preso il Forum dei giovani in  questo comune, ed essere il  primo ospite di questa serie di attività che faranno i ragazzi del Forum dei Giovani qui. Mi è piaciuto molto il discorso della rivoluzione. Effettivamente a volte, forse adesso eh guardare dei libri, fare libri, sembra un atto di rivoluzione.  In questo mondo che va veloce con i tweet, con i post, con i reels.  Ci stanno un po’ abituando a perdere questa  attenzione verso quello che ci circonda e quindi leggere un libro, ma soprattutto scriverlo è un atto di  rivoluzione”. La presidente del Forum dei Giovani Lidia Vona ha voluto rimarcare che il confronto sul libro di Nello Cassese è solo un punto di partenza. Che saranno varie le iniziative. Intanto però l’esigenza che emerge è quella di comportarsi con più leggerezza ed empatia al mondo esterno, soprattutto da parte dei giovani: “Mi hanno colpito molto alcune frasi, alcune cose in cui si parla dell’amore, dell’ approccio che ci può essere con una persona, il concetto dell’amicizia e della libertà. Quando si parla del tempo che può passare. Per i ricordi brutti passa lentamente , per quelli belli velocemente. Dobbiamo fare tesoro del nostro tempo, custodirlo bene e renderlo prezioso. Fare in modo che viviamo la nostra vita con le relazioni e il mondo esterno. Perchè si sentono tante cose brutte. Dobbiamo essere più portatori di pace, bene e amore. Verso la famiglia, il prossimo, verso tutti. Rafforzare più l’unione e comportarci con il mondo esterno con più leggerezza ed empatia”. Pasquale Mazzocca, componente del Forum e studente al terzo anno del  Liceo Classico, che ha proposto una riflessione sul libro “Rompere in caso di emergenza”. Sottolineando che: “ognuna delle nove giornate, ogni capitolo è incentrato su temi molto vicino a noi,  che possono  essere:  il lavoro, l’amore, la rabbia, la difficoltà che ha incontrato il nostro caro autore durante gli studi, durante la sua carriera di giornalista. Come dire è uno di quei modi silenziosi di fare terapia. Eh noi abbiamo già detto prima la nostra attenzione, ma anche il nostro vedere le emozioni viverle e del tutto distorto da quello che il mondo dei social. Nello nel suo libro usa un linguaggio che non è mai artefatto, ma è molto semplice, molto diretto che punta a voler farci fare questa sorta di terapia per aiutarci a capire meglio quelli che sono i sentimenti, soprattutto della rabbia e dell’amore”.