Gioco pubblico, tutte le differenze tra filiera online e quella terrestre

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La crescita del gioco online è ormai sotto gli occhi di tutti ed è stata confermata anche dall’ultimo rapporto pubblicato dalla CGIA di Mestre in collaborazione con l’associazione As.Tro, che raccoglie le aziende e i produttori di slot e giochi.

All’interno del documento si possono leggere i numeri di una vera e propria impennata della raccolta a distanza nel periodo tra il 2019 e il 2022, quello della pandemia, del lockdown, delle chiusure forzate che hanno colpito il comparto terrestre, del gambling ma anche del resto dell’economia. È in quel momento che si concretizza il passaggio di consegne, il sorpasso dell’online sull’offline, con tutta una serie di cambiamenti che sono anche e soprattutto economici. Ma entriamo nello specifico e guardiamo da vicino i numeri: a segnare la crescita più importante sono le slot online, capaci di superare la quota dei 19 miliardi e 500 milioni di euro. L’exploit delle slot ha permesso ai casinò online italiani autorizzati di diventare la voce più importante a livello di fatturato del settore digitale. In seconda posizione troviamo invece i giochi di carte e a quota fissa, con una raccolta pari a 10 miliardi e 500 milioni di euro, seguiti dai giochi a base sportiva che, nello stesso periodo, hanno raccolto 4 miliardi e 400 milioni. Bene anche le prestazioni di Betting Exchange e di poker cash, rispettivamente oltre i 900 e i 400 milioni. Sommando le diverse voci si arriva a un numero incredibile: 36 miliardi e 600 milioni di euro, un vero e proprio record per tutto il comparto dell’intrattenimento e del gaming.

Le statistiche assumono un rilievo ancora più importante se comparate su scala storica e cronologica: nel 2004, infatti, il gioco online rappresentava solo il 4,1% della spesa totale, con 744 milioni di euro raccolti su 18,3 miliardi complessivi. La cifra supera il 4% solo nel 2016, quando arriva a raccogliere 1,02 miliardi. Il primo segnale di cambiamento arriva nel 2019 quando il gioco online ha toccato il 9,5% del totale, per poi esplodere letteralmente nel 2020, quando complice anche la pandemia il gioco online arriva a raccogliere il 20%, toccando il massimo nel 2021. Cifre che sono rimaste stabili nel corso del tempo, anche quando con la fine della pandemia si è tornati a giocare anche nel settore terrestre.

Una questione che merita però attenzione è quella del riciclaggio. Come si legge nel rapporto della CGIA di Mestre, nell’ultimo periodo si è registrato un aumento delle segnalazioni, che lo scorso anno hanno raggiunto e superato la quota delle 12 mila, vale a dire +86% rispetto al periodo pre pandemia. Per la prima volta le segnalazioni che arrivano dal canale online superano quelle dei canali fisici (6.100 contro 5.900), con una differenza minima ma comunque da monitorare e soprattutto indice di un trend significativo se si pensa che 10 anni fa le segnalazioni relative al gioco online erano solo 774 e sono quindi cresciute di oltre 5.000 volte. Qui l’anno di cambiamento è stato il 2018, quando le segnalazioni antiriciclaggio sono passate da 2.600 a 5.067. Da allora, si è osservata una progressiva crescita delle denunce, indice che la criminalità organizzata ha iniziato a vedere nel gioco online un’opportunità per i propri traffici illeciti. Nel 2023, le segnalazioni relative al gioco online hanno rappresentato l’8% del totale delle denunce, un dato che non può essere ignorato.

È da questi numeri, insomma, che si deve partire per guardare al futuro del gambling. Numeri che non si possono sottovalutare: il gioco online rappresenta una risorsa economica in forte espansione, certo, ma è fondamentale rafforzare le misure di controllo per evitare che diventi un canale privilegiato per attività criminali. E per tutelare l’utente a 360 gradi.