Avellino – Quelle che quasi cinque giorni fa Michele D’Ambrosio alzava erano solo ondine, brezza di una tormenta che potrebbe materializzarsi a breve. Giuseppe Galasso ha detto basta e si è dichiarato pronto alla resa dei conti: “Voglio che venga fatta chiarezza una volta per tutte rispetto ad attacchi pretestuosi mossi nei miei confronti”. Il primo cittadino di Avellino ha parlato oggi alla stampa, in un confronto diretto, serrato ma confidenziale in un primo tempo, spersonalizzando poi l’elemento umano quando, da spettatore esterno, rivolge a se stesso e alla cittadinanza l’invito: “… la gente capisca chi è veramente Galasso …”.
“L’incontro di oggi è la naturale conseguenza di una serie di atti e interventi ingiuriosi che rasentano la diffamazione – ha così esordito Galasso – Mi aspettavo un dibattito politico, invece si è scelto arbitrariamente di attaccare la mia famiglia e la mia persona”.
BOTTA E RISPOSTA – “Se D’Ambrosio ha certezze – ha continuato – allora può fornirle e renderle pubbliche attraverso gli organi preposti. Ma dovrà assumersene le responsabilità. Chiedo che venga fatta chiarezza rispetto alle offese e alle insinuazioni che mi sono state mosse contro”.
Per il primo cittadino di Avellino si tratta di un disegno premeditato che ha un clamoroso precedente: “Il contesto odierno non può che riportarmi con la mente al 2004 quando, in maniera simile, fu attaccato e messo in discussione l’allora sindaco Di Nunno”.
E chi sta attaccando l’attuale sindaco, sfrutterebbe scientemente quei fenomeni di propagazione di leggende e storie che, nella pratica moderna, si riassumono nel concetto di ‘marketing virale’, immagine forse troppo di moda in ambito politico, ma sagacemente utilizzata dagli avversari di Galasso che non le manda a dire: “Si sta cercando di screditare e minare la stima ed il rispetto che mi sono costruito in 33 anni di servizio continuo alla gente e con la gente attraverso il sacrificio e il lavoro: solo chi ha ‘faticato’ può capirlo”.
NOLI ME TANGERE – Si prenda suggerimento dall’uso meno comune di questa locuzione latina, che trova origine in un passo evangelico, figurativamente usata nell’incontro odierno da Galasso con un sottinteso di sfida, per scoraggiare qualsiasi tentativo di nuocere a chi la pronuncia. “In questi ultimi mesi sono state messe in circolo voci incontrollate sul mio conto e sulla mia famiglia. Si è parlato di speculazioni edilizie, di fantomatici acquisizioni di farmacie, di visite domiciliari delle Fiamme Gialle. In verità si tratta di un becero tentativo offensivo da parte di chi non ha argomenti politici per controbattere”.
E ancora: “Chi usa diffamarmi si vergogni perché attaccando me offende la moralità di tutte le istituzioni comunali. Nessuno può lasciarmi addosso l’etichetta di immorale”.
“Questa amministrazione ha ottenuto risultati inaspettati. Ringrazio, pertanto, chi in passato ha contribuito alla realizzazione di importanti progetti a servizio della città e mi riferisco all’apertura dei tanti cantieri che miglioreranno la vivibilità sul territorio, all’avvio dell’ACS e all’inizio ed al successo della raccolta differenziata”.
Galasso sa di non poter essere amato a 360 gradi, sa di essere temuto, sa di essere rispettato: rappresenta la quintessenza della salvezza e della sofferenza, terribilmente simile per forza e per capacità ad un personaggio di Dostoevskij.
“Contro di me ci sono solo accuse false e risibili. Non sono immune da mancanze – ammette – ma se errore c’è stato per conto mio, è stato quello di aver prestato troppo ascolto e fiducia a chi oggi mi critica con decisione. Non si finisce mai di imparare come sono fatte le persone”.
PRIMARIE – Sul tema Galasso ha assicurato la propria partecipazione, spiegando: “Le primarie sono un grande strumento di democrazia e la mia partecipazione non va vista come un segno di intima debolezza. Non mi sono state imposte dal partito ma è una mia libera scelta – precisa – Sicuro che non sarà il chiacchiericcio a prendere il sopravvento, sarà la cittadinanza a giudicare il mio operato e a bocciare certi argomenti offensivi nei miei riguardi. Se il futuro non mi riserverà più consenso da parte dell’opinione pubblica, tornerò al mio lavoro e continuerò a essere al servizio della gente, così come ho fatto negli ultimi 33 anni”.