G. De Mita: “L’Unione di Centro, l’unico voto utile”

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Avellino – Affollato e decisamente partecipato l’incontro che si è tenuto a Contrada Bagnoli e che ha visto la partecipazione del candidato alla Camera dei Deputati per la lista Unione di Centro Giuseppe De Mita, affiancato dai candidati Nicola Di Iorio e Angelina Adorasi.
Ad aprire l’incontro è stata Enza Ambrosone, consigliere comunale di Avellino, che ha sottolineato la linearità di un percorso politico, “verso il quale non c’è nessuna contraddizione o incoerenza. Durante le Primarie avevamo spiegato che volevamo un partito che nascesse dal basso, che riportasse un rinnovato entusiasmo nelle comunità, ma ci siamo resi conto che il Pd altro non era che lo specchio del partito di Berlusconi, un partito di plastica, una formazione artificiale, che avverte l’esigenza di azzerare una classe dirigente e presentare candidati-immagine. Quello che noi immaginiamo è invece un partito in grado di dare voce e rappresentanza alle persone. Abbiamo scelto la strada di chi vuole essere forte delle proprie convinzioni e Giuseppe De Mita è per noi garanzia di un progetto che ha l’ambizione di andare avanti e di rappresentare la provincia di Avellino, che altri hanno, invece, inteso mortificare”.
“Il mio impegno – sono le parole di Angelina Aldorasi – è quello di rendermi testimone e interprete delle necessità dei nostri cittadini e per farlo è necessario conoscerne i bisogni attraverso l’ascolto, colmando il divario tra i cittadini e chi deve rappresentarli. Per ridare fiducia e speranza dobbiamo ripartire dai valori veri, puntando sulla scuola e sulla famiglia”.
“Questa campagna elettorale – ha affermato Giuseppe De Mita – è un continuo susseguirsi di emozioni e stati d’animo che mi hanno fatto pensare al senso di disorientamento che ho provato, che è la rappresentazione di un distacco generale nel Paese, un’incertezza oggettiva in termini di aspettative verso il futuro, ma anche un susseguirsi di eventi che si prestano ad osservazioni scivolose. Viene letta in maniera distorta la vicenda che ha il suo momento di inizio nella mancata candidatura di De Mita nel Pd: un’eccezione che aveva valore fino alla presentazione delle liste, ma oggi qual è la classe dirigente che viene candidata a rappresentare l’Irpinia? Noi stiamo facendo una campagna elettorale mettendo i nostri volti, mentre gli altri mettono un nome, un simbolo. Le modalità di scelta dei candidati non sono formali, ma incidono sulle modalità democratiche di organizzazione della società. La rappresentanza ha una sua dimensione rilevante, è la relazione fisica tra chi vive un territorio, una relazione che si costruisce sull’affinità. Il Pd, forse per inerzia, ha cominciato a seguire lo stesso modello di Berlusconi: indifferenza alla rappresentanza territoriale, schema di partito oligarchico, facendo la campagna elettorale sul voto utile, dove l’utilità è rappresentata dalla conquista del potere. L’utilità è invece un’altra: è la rottura di una rigidità, che si ottiene con il voto a forze che sono fuori da uno schema che in quindici anni non ha prodotto nulla. Vanno create le condizioni per la destrutturazione del sistema, che favorisca una forza politica vicina al territorio. La nostra è una scelta al di fuori di ogni logica di convenienza, per dare valore ad una forza che sia punto di equilibrio, elemento determinante per provare a fare in modo che la motivazione e la curiosità riprendano corpo, così come hanno avuto corpo nel corso di trent’anni di storia politica della nostra provincia”.

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