Il piano b non è stato necessario. Anche la seconda spoletta della grossa bomba americana è stata rimossa con abilità dagli artificieri dell’esercito italiano. Il piano b, previsto se la difficoltà che era stata immaginata si sarebbe tradotta in realtà, avrebbe comportato tempi molto più lunghi. Invece, le operazioni di disinnesco dell’ordigno ritrovato in via Lasbo a Montoro, sul ponte della ferrovia che costeggia la Grotta dell’Angelo, un antico e molto bello santuario rupestre, stanno procedendo nel migliore dei modi.
Nel momento in cui scriviamo, la bomba si sta dirigendo verso una cava privata di Salza Irpina, dove sarà fatta brillare. Intanto, a Montoro, già è stata riattivata la corrente elettrica. Insomma, sta andando tutto bene, c’è ottimismo presso la sala operativa della Prefettura di Avellino dove si lavora alacramente da questa mattina alle 6, con il Prefetto Paola Spena in prima linea, e poi i vertici delle forze dell’ordine e della polizia stradale, del 21° Reggimento Genio Guastatori, dei vigili del fuoco, dei rappresentanti del Genio Civile e della Protezione civile, dei Comuni di Montoro, Forino e Salza Irpina, dell’Asl, del 118, di Rete Ferroviaria Italiana, Enel e Tim.
C’è stata piena collaborazione anche da parte della cittadinanza, alle 8 già si è potuti procedere al distacco dell’energia perché le circa 160 persone ricadenti nell’area rossa di 826 metri, hanno lasciato le loro abitazioni in modo molto veloce, in molti lo avevano fatto già ieri sera. Tutti hanno preferito alloggiare presso parenti ed amici e non presso il centro di accoglienza allestito dal Comune.
Anche questa volta, così come accadde lo scorso 25 luglio quando ci furono le operazioni di disinnesco della bomba ritrovata sotto il ponte della Ferriera ad Avellino, la Prefettura ha coordinato tutto alla perfezione, con delle riunioni preparatorie che sono partite già da febbraio.
Numeri sicuramente importanti coinvolti nell’operazione: 110 uomini delle forze dell’ordine, 80 volontari, due droni, coc operativi e campi basi. Una grande mobilitazione che, anche questa volta, sta dando i risultati sperati.
“Eravamo inizialmente pessimisti – afferma Umberto Curzio, comandante del 21º Reggimento Genio Guastatori dell’Esercito Italiano – . Una delle due spolette era molto deteriorata, temevamo di non poterla rimuovere con le procedure ordinarie. Ad ogni modo va detto che quella bomba era stata posizionata lì in modo volonario, lo stato di conservazione era veramente buono, era stata predisposta proprio per fa cadere il ponte”.