Forino – Non una semplice frana ma apparentemente il preludio di un dissesto che sembra abbia totalmente ingurgitato un intero comune con davvero poche possibilità di scampo. Ore drammatiche che a partire da ieri sera hanno avvolto la popolazione di Forino. Erano le 22.00 quando sul piccolo paese irpino si è abbattuto non un temporale qualunque ma l’anticamera dell’inferno: in sole 5 ore 110 millimetri di pioggia hanno inghiottito il comune alle porte della città capoluogo dando il colpo di grazia ad un dissesto idrogeologico che già in passato aveva chiaramente manifestato la sua gravità. Valanghe di fango e detriti, voragini aperte, strade interamente interrotte ed un bilancio che appare subito drammatico. Forino non ha più l’aspetto di un paese ma di un’area informe e disastrata che fa da subito pensare all’esito dell’alluvione che ha reso tragicamente famosa la cittadina di Quindici. E se al momento la pioggia ha dato un attimo di tregua, oltre ai danni già registrati resta la paura per un imminente futuro che potrebbe riservare sgradite sorprese. Alcune zone, in particolar modo le arterie di collegamento per Quindici e Lauro, sono rimaste completamente isolate, avvolte in un mare di melma che tuttora rende impossibile qualsiasi tipo di soccorso. Il Convento dei Padri Passionisti in via S. Paolo della Croce è la struttura che ha subito i maggiori danni: basti pensare che dinanzi al monastero delle lastre del manto stradale sono completamente divelte. Per non parlare di via Casaldomato, dove l’acqua ha raggiunto i tre metri di altezza. I cittadini sono letteralmente barricati in casa in attesa di aiuti che tardano ad arrivare a causa di difficoltà al momento insormontabili. Insomma, di Forino resta il nome ed una planimetria quasi invisibile. Le unità di soccorso, a lavoro già da questa notte, lottano tra i disagi e la necessità di andare avanti a tutti i costi per portare aiuto a tutti coloro che da hanno perso da troppe ore qualsiasi tipo di contatto con il resto della zona. Il Comune, insieme alla Protezione Civile, ha costituto l’Unità di Crisi, tassello di emergenza di un mosaico che vede l’incessante lavoro del primo cittadino Pasquale Nunziata. È stato lui il primo, questa notte, ad armarsi di una pala e mettersi al lavoro per dare un apporto concreto ai Vigili del Fuoco e contribuire alle operazioni di sgombro e soccorso. Un gesto che, ci sia consentito dirlo, rende merito alla fascia tricolore con cui i cittadini hanno voluto premiarlo. Ma nonostante il lavoro è lui stesso ad essere sfiduciato: “Se potessi dare un consiglio ai miei concittadini direi loro di andare via. Dopo due anni ancora i nodi non sono venuti al pettine e di interventi concreti se ne sono visti davvero pochi. Rischiamo di avere lo stesso destino di Quindici. Questa situazione va affrontata con uomini capaci e mezzi adeguati ma sia la Regione che la Provincia hanno sottovalutato la gravità del problema. Si pensi meno alla politica e si diano risposte concrete ai cittadini”. (di Manuela Di Pietro)
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