Fiore Graziano in aula: noi estranei all’associazione, abbiamo fatto sempre agricoltura

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VALLO LAURO- “Ci tengo a dire che con questa associazione io, mio fratello e mio padre non c’entriamo nulla e mio fratello da quando è uscito (e’ stato scarcerato) si e’ dedicato sempre all agricoltura e ci troviamo a fare sempre gli stessi processi per queste accuse, noi non abbiamo mai fatto parte di nessuna associazione”. E’ la dichiarazione spontanea che Fiore Graziano, figlio del defunto boss Arturo ha reso pochi minuti fa, collegato in videoconferenza dal carcere di Agrigento nel processo che lo vede imputato di essere promotore del “Nuovo Clan Graziano” insieme ad Antonio Mazzoccchi, ex poliziotto cognato del boss Antonio Graziano.

Il processo nato dell’inchiesta della Dda di Napoli conclusa Mazzocchi Antonio, detenuto per altra causa a Siracusa e assistito dal penalista Sabato Graziano, Graziano Fiore, detenuto per altro e difeso dai penalisti Raffaele ed Isidoro Bizzarro , Salvatore Graziano, libero, difeso dall’Ludovico Rega, detenuto a Firenze e difeso dal penalista Antonio Iannaccone. L’udienza di oggi davanti al Collegio presieduto dal giudice Gian Piero Scarlato veniva per l’esame degli imputati. Anche Domenico Ludovico Rega, assistito nell’udienza di questa mattina dall’avvocato Bibiana Iannaccone, ha sinteticamente reso spontanee dichiarazioni: sono innocente ha spiegato Rega, dichiarandosi estraneo all’associazione. Mazzocchi Antonio e’ rimasto in silenzio ne’ spontanee dichiarazioni ne’ rispondere alle domande delle parti. Chiusa l’istruttoria dibattimentale, il Collegio ha fissato per il prossimo 12 novembre la discussione delle parti. Inizierà dalla requisitoria del pm Landolfi.

Il processo al “Nuovo Clan Graziano”, il gotha del gruppo quindicese che secondo le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino si sarebbe riorganizzato dopo le scarcerazione “eccellenti” a fine 2017 di Fiore e Salvatore Graziano, figli del defunto boss Arturo, che avevano stretto un patto per gestire il racket e il condizionamento delle attività politiche ed economiche nel Vallo di Lauro con Antonio Mazzocchi, l’ex poliziotto cognato di Adriano Sebastiano Graziano (estraneo a questa organizzazione). Tutti e tre sono stati infatti indicati dalle indagini dei pm Antimafia Simona Rossi e Luigi Landolfi come promotori e organizzatori del gruppo, disarticolato da un blitz scattato nell’agosto 2019, per frenare una probabile ripresa della faida con il clan avversario dei Cava (dalle intercettazioni ambientali e tramite trojan dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino erano emersi tentativi da parte di Mazzocchi di organizzare un agguato ai danni di Salvatore Cava jr, scarcerato nel maggio 2019).