Fiamme Gialle, arriva l’ufficiale che ha dato il colpo piu’ duro ai narcos colombiani

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AVELLINO- Alla guida del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Avellino arriva uno degli ufficiali delle Fiamme Gialle che ha guidato la piu’ grande operazione sotto copertura antidroga in Europa. Si tratta del colonnello Leonardo Erre, classe 76, originario di Amelia in provincia di Terni, titolato scuola di polizia economico finanziaria, attualmente alla guida del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Trieste, dove e’ giunto dal nucleo di Venezia nel 2020. Il colonnello Erre subentra all’attuale comandante provinciale della Guardia di Finanza di Avellino, il colonnello Salvatore Minale, che dopo tre anni lascia la guida di Via Pontieri, dove era arrivato nel 2021 per un nuovo incarico. Nel corso della carriera, l’ufficiale ha ricoperto, tra gli altri, incarichi di staff presso il comando generale ed il ministero dell’economia e delle Finanze, nonché ruoli operativi alle sedi di Bologna e Cagliari. Nel settembre del 2023 ha guidato il più duro colpo ai narcos colombiani con il sequestro di 717 chilogrammi di cocaina pura al 70%. Ad un anno di distanza dal sequestro di 4,3 tonnellate della medesima droga e l’arresto di 38 persone, tra cui esponenti del noto “Clan del Golfo” colombiano, a finire nel mirino degli inquirenti è la volta dell’Ejercito de Liberation National (ELN), gruppo paramilitare rivoluzionario del paese sudamericano, i cui interessi criminali nel mercato della droga toccano gli Stati Uniti e arrivano sino in Europa.

Grazie alla consolidata collaborazione con l’Autorità Giudiziaria (Fiscalia 41) e la Polizia Colombiana, unitamente all’Agenzia statunitense Homeland Security Investigations (HSI) e la Guardia Civil spagnola, oltre agli emissari del cartello sono stati individuati diversi gruppi criminali acquirenti, di origine francese, marocchina nonché collegati a importanti realtà di ‘ndrangheta e camorra, operanti in Lombardia, Campania e Calabria.

Fondamentale per il buon esito dell’operazione l’utilizzo di agenti “undercover”, che si sono insinuati nei gangli dello stoccaggio e nella distribuzione all’ingrosso dello stupefacente, così da ricostruire i legami dei produttori sudamericani con gli acquirenti in territorio italiano ed i collegamenti tra questi e diverse figure di mediatori.15 le “consegne controllate” effettuate nei primi mesi di quest’anno dai finanzieri, in perfetta sinergia con l’Autorità Giudiziaria, grazie alle quali, oltre ad identificare broker e grossisti oggi attinti dalla misura cautelare, sono stati tratti in arresto anche trasportatori e fiancheggiatori di un collaudato sistema di smistamento sul territorio.