QUINDICI- Ad un anno dal rinvio a giudizio parte il processo per il caso delle false residenze alle amministrative del settembre 2020 a Quindici. Davanti al giudice monocratico del Tribunale di Avellino Fabrizio Ciccone ha preso il via questa mattina il processo nei confronti di quindici imputati nato dell’inchiesta condotta dai Carabinieri della Stazione di Quindici, agli ordini all’epoca dei fatti del luogotenente Giovanni Pagano, che già nel 2019 aveva avviato i primi accertamenti e che poi in seguito alle segnalazioni giunte dal Comando della Polizia Municipale di Lauro e dalle denunce di false residenze per truccare l’esito delle amministrative che in un primo momento dovevano svolgersi a maggio 2020 ma erano poi slittate a settembre dello stesso anno, aveva avviato le indagini. In aula sono stati ascoltati l’ex comandante della Stazione dei Carabinieri di Lauro, dove era giunta la prima segnalazione relativa alla vicenda dei presunti falsi residenti e un sottufficiale della Polizia Locale di Lauro, che aveva compiuto degli accertamenti. La difesa dell’ex sindaco Eduardo Rubinaccio, il penalista Sabato Graziano, nel corso del controesame del teste ha molto insistito sul fatto che uno dei sottufficiali del Comando di Polizia Locale fosse candidato nella lista avversaria a quella di Rubinaccio. La prossima udienza sarà celebrata il 15 dicembre, quando saranno sette i testimoni della Procura (le indagini sono state coordinate dal pm Cecilia De Angelis) che saranno ascoltati in aula. Tra questi anche il luogotenente Giovanni Pagano, che ha condotto le indagini.
Proprio dagli accertamenti dei militari dell’Arma e’emerso che persino in una abitazione di proprietà dell’ ex sindaco o comunque nel suo uso, ci sarebbero stati almeno 5 falsi residenti, che in realtà abitavano altrove e successivamente alle amministrative avevano riportato la loro residenza nei comuni di origine: Monteforte Irpino, Nola, Moschiano e Palma Campania. Tutti gli atti relativi alle richieste di trasferimento delle residenze erano stati acquisiti e verificati uno per uno dai Carabinieri della stazione di Quindici.Le ipotesi di reato contestate a vario titolo ai quindici imputati sono quelle di Falso ideologico commesso da pubblico ufficiale, falso ideologico commesso da privato in atto pubblico:falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri. Quattordici capi di imputazione per i quindici imputati. A partire dal falso ideologico commesso da pubblico ufficiale contestato al sindaco di Quindici Eduardo Rubinaccio, che in concorso con altri cinque imputati avrebbe messo a disposizione una sua abitazione, quella di Via Casa Amelia, dopo che il 24 luglio 2020 aveva comunicato con una propria nota all’ Ufficio Anagrafe e al Comando di Polizia Municipale che tutti gli accertamenti relativi alla verifica della dimora abituale di cittadini immigrati da comuni limitrofi, per scongiurare eventuali contagi a cittadini residenti nella comunità sarebbero stati condotti da lui personalmente. Per questo aveva anche compilato il modello ministeriale prestampato “Accertamento per l’iscrizione anagrafica”, omettendo però di compilare i campi relativi e confermando quella che è stata ritenuta dagli inquirenti una falsa dichiarazione di residenza dei cinque imputati insieme a lui che avrebbero avuto la residenza in casa del sindaco. In realta’, secondo la prospettazione accusatoria, solo un modo per gestire le presunte false residenze. Confermando le stesse e omettendo nel modello specifico ministeriale di aggiungere e di compilare alcuni campi obbligatori. Stessa contestazione per un periodo che andava fino al 31 luglio 2020 anche per altri sette presunti falsi residenti. Nel collegio difensivo ci sono tra gli altri gli avvocati Gaetano Aufiero, Sabato Graziano, Giuseppe Laudati, Cesare Fiorentino, Palmira Nigro, Gerardo Santamaria.
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