LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA
“Onorevole Presidente,
è durata circa 15 mesi la mia consegna al silenzio sulla Provincia. Sarebbe durata ancora se una certa insistenza su alcuni temi non avesse provocato la necessità di alcune puntualizzazioni.
In questi ultimi giorni sono stato raggiunto da alcune telefonate di ex assessori ed ex Consiglieri (anche uno di minoranza) da una parte compiaciuti per il giudizio positivo dell’on. De Mita e dall’altra amareggiati da alcune dichiarazioni rilasciate durante la Sua ultima conferenza stampa.
Mi hanno chiesto di puntualizzare fatti e circostanze che appaiono vistosamente in contraddizione. Lo farò ricorrendo a tutto il garbo possibile, senza alcuno spirito polemico, perché non vorrei aggiungere benzina al fuoco dei caldi giorni di questa mezza estate.
Lo spazio di una lettera non basterebbe per essere puntuali ed esaurienti ma, se richiesto, sono disponibile ad intervenire in ogni altra sede.
Nessuno più di me sa che ogni Amministrazione ha i suoi problemi e sarebbe inutile presunzione immaginare di averli risolti o di risolverli tutti. Si lavora, sempre e comunque, nel bene e nel male, in continuità ed in discontinuità rispetto al passato. E’ così nei fatti ed è per questo motivo che mi sono sempre ispirato alla regola del politically correct, riconoscendo pubblicamente, sempre, il buono che avevo ereditato e facendomi carico, in silenzio, dei problemi ereditati.
Non Le chiedo di fare altrettanto e, francamente, non mi interessa se lo farà.
Devo confessarLe che ho molto apprezzato che abbia chiarito, nel Suo intervento, di aver convocato la conferenza stampa quale Presidente della Provincia e non quale esponente dei DS. Ma non ho compreso – e questo è un limite tutto mio- la presenza del capogruppo dei DS e di due consiglieri e l’assenza degli altri capigruppo o di altri consiglieri. Fa eccezione la Vice Presidente la cui presenza, a detta del Segretario Provinciale dell’UDEUR, era del tutto casuale.
All’indomani della Sua elezione si innescò un’accesa disputa sulla “continuità e sulla”discontinuità” con la precedente Amministrazione. Fu una discussione sterile e strumentale, per me a tratti anche fastidiosa, come ben sappiamo entrambi e non sarò certo io a rinfocolarla.
Lei, parlando del lavoro che sarebbe stato sviluppato dalla Sua Amministrazione, ha fatto espresso richiamo ad una “svolta in termini di trasparenza e di rispetto delle regole”. Ha ricordato i progetti dei Distretti industriali, i PIT culturali, i POR, i progetti per l’informatizzazione e per la comunicazione ma, fatta eccezione per i PIR (strumenti attivati successivamente al Suo insediamento dalla Regione Campania), quelle richiamate, sono tutte iniziative che… vengono da lontano.
Non voglio rivendicare meriti o primogeniture ma presentare proprio questi progetti come il segno della svolta mi sembra semplicistico ed azzardato.
Sull’Istituto Agrario “ De Sanctis”, Suo orgoglio, sul perché il finanziamento ottenuto circa due anni fa non si è potuto attivare, sul progetto di circa 20 Milioni di euro commissionato dal Preside su strutture che, a quanto mi risulta, non sono di proprietà della Provincia e su come quest’ultima abbia fatto proprio quel progetto è meglio stendere un velo.
Nelle Sue dichiarazioni Lei lamenta spesso di avere ereditato una Provincia senza dirigenti.
Intanto, cinque degli otto dirigenti, assunti con concorso a tempo determinato, erano vincolati, per legge, al mandato del Presidente. In parole più comprensibili, il loro incarico cessava,come è cessato, ope legis, con il mandato del Presidente.
Sarebbe bastata una delibera di Giunta, ovvero un incarico intuitu personae, per continuare ad assicurare, anche transitoriamente, la presenza di dirigenti nell’Ente se ci fosse stata la volontà. Ma va chiarito anche che, quando fu deciso di bandire i concorsi, sia per coprire una parte dei posti vacanti che per assumere i dirigenti, in Consiglio ci fu la netta opposizione del gruppo DS, allora guidato dal Segretario Provinciale del Suo partito.
I concorsi, benché già banditi, non sono stati più espletati anzi qualche dirigente e qualche responsabile di servizio è stato letteralmente cacciato fuori. Naturalmente ciò che sembrava una vera rappresaglia venne accompagnata da quella che Gadda definiva “la porca rogna della denigrazione”, pratica tanto invalsa in alcuni vecchi ambienti comunisti.
In realtà l’unica colpa che queste persone avevano (agli occhi di qualcuno, non ai Suoi che non poteva sapere) era di aver collaborato con la precedente amministrazione e di non essersi dimostrati sufficientemente “disponibili” nei confronti di qualche autorevole esponente politico.
Potrei continuare citando altre occasioni (perse o eliminate) e persone (penalizzate o beneficiate), ma mi rendo conto che rischierei di annoiare. E, sinceramente, non ne ho neanche voglia. Credo, a tal proposito, che abbia ragione il Direttore di un giornale locale che, nella sua nota di qualche giorno fa, ha sottolineato che tra il dire ed il fare c’è un’evidente dissociazione, segno di una confusione, diretta conseguenza dell’assenza di politica.
Chiudo, se mi permette, con un cortese ed amichevole invito. Ne faccia quello che vuole.
Lasci perdere la continuità o la discontinuità e amministri l’Ente misurandosi con i problemi. Le Sue capacità saranno valutate dai cittadini, tutti, non solo quelli che l’hanno votata, per quanto e per come saprà fare e non per quanto di cattivo Lei attribuisce a chi l’ha preceduta.
Il giudizio su ciò che è stato è già consegnato, se non alla storia, alla cronaca e sarà essa a dire se c’è stata svolta positiva o negativa, soprattutto quando si parla di svolta in termini trasparenza e di rispetto delle regole, concetti –questi ultimi- che andrebbero maneggiati con estrema cautela e cum grano salis.
Cordialmente.
Francesco Maselli”.