Capriglia – Carmine Russo è stato confermato alla guida della federazione. (Vedi Photogallery) Per acclamazione è stato eletto presidente, l’ex senatore Angelo Flammia. Il segretario provinciale uscente ha incassato il consenso dei fassiniani, dei bassoliniani e dei sostenitori della mozione Angius. I mussiani non hanno preso parte alla prima sessione del congresso, che si è svolto presso l’hotel Cappuccino di Capriglia Irpina, ritenendo opportuno intervenire nella fase finale per ribadire la contrarietà verso il Partito democratico e per confermare la volontà di contribuire alla costruzione del partito della sinistra italiana. E’, dunque, ufficiale che i Ds irpini si sono divisi al termine di un dibattito civile e pacato, che ha registrato il posizionamento chiaro dei sostenitori del Partito democratico e degli oppositori. Aurisicchio, Giordano e D’Ambrosio sono intervenuti per svolgere la loro relazione e successivamente, accompagnati dai loro delegati, si sono spostati in un’altra sala dell’hotel per aprire la riflessione sul nuovo partito, che nascerà dopo il 20 aprile prossimo. Nessun addio, soltanto un arrivederci. I fassiniani sono convinti che il Partito democratico possa dare risposte alla società ed al paese, che sta soffrendo per la profonda crisi identitaria nella quale è caduto dopo tangentopoli mentre i mussiani non accettano l’idea di un partito moderato, che travolge i valori della sinistra e guarda verso il partito socialista europeo. Un rischio ancora più forte in provincia di Avellino, considerata la consistenza della Margherita. La sinistra deve avviare la stagione del riformismo, ma da sola non può andare da nessuna parte, così deve aprirsi ai moderati per essere dentro il processo riformatore, ritenuto indispensabile per dare stabilità al governo e per attribuire una maggiore incisività all’azione amministrativa nazionale e locale. Versione contrastata da coloro i quali ritengono che il Pd sancisca la inutile morte della sinistra in nome di un riformismo che non risolverà i problemi della politica e del paese. Il congresso è stato politico, nel senso che il dibattito è stato veramente animato dallo spirito di partecipazione al processo di costruzione delle idee, ma non sono mancati gli spunti alle questioni amministrative comunali, analizzati in modo costruttivo. Russo ha discolpato la Margherita e il sindaco Giuseppe Galasso, mentre i rappresentanti della sinistra conservatrice hanno ritenuto di osservare che l’atteggiamento assunto dal Fiorellino nei loro confronti stia a dimostrare che, come ha osservato Carillo, sta tentando di recuperare i valori dispersi dopo la crisi della prima Repubblica, per porre quel risultato a fondamento per la celebrazione della morte della sinistra. I toni morbidi del segretario non hanno convinto nemmeno alcuni bassoliniani, i quali temono che il riformismo possa nascondere ulteriori insidie. Quelle insidie che Aurisicchio ha prefigurato e rispetto alle quali non è andato via sbattendo la porta. Il congresso dovrà eleggere, oltre al segretario e agli organi del direttivo, 25 delegati per il congresso unitario, 5 componenti della direzione regionale e 3 componenti del direttivo nazionale. Alberta De Simone, Rosetta D’Amelio e Michele D’Ambrosio sono i delegati al congresso nazionale, Lucio Fierro,Franco Iovino e Carmine Russo (congelati 2 mussiani) sono i delegati al congresso regionale. I dati definitivi indicano che la mozione Fassino ha ottenuto 1330 voti con una percentuale del 53,5% e 128 delegati; la mozione Mussi 923 voti con una percentuale del 37,2% e 89 delegati e la mozione Angius 231 voti con una percentuale del 9,3% e 22 delegati.
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