Capriglia – Nel corso del IV congresso, molti gli interventi che si sono succeduti. Ecco alcuni stralci: Enzo Amendola: vogliamo un partito aperto ai temi della società – Non vogliamo realizzare un partito moderato, che si colloca al centro, ma un partito riformista aperto ai temi della società e, quindi, anche a quelli cari alla sinistra estrema. La discussione sul se si farà il Pd è terminata, ora dobbiamo discutere sul come lo facciamo e per questo rivolgo l’appello ai compagni che sono critici o contrari al nuovo partito, dicendo loro che noi vogliamo mettere insieme la nostra storia per rilanciarla. Io non ho mai condiviso il principio secondo il quale per fare l’unità si inizia con la scissione, il congresso non serve per fare i conti sul passato, ma per dare una prospettiva ai riformisti. Ciriaco De Mita al congresso regionale mi ha martellato per oltre tre ore, certo siamo distanti, ma possiamo lavorare su certe cose che sono politicamente e culturalmente interessanti. Chiediamo alla Margherita di unirsi in una forza riformista. Giuseppe Pennella: ascolto riflessioni molto vaghe sul nuovo partito – Ritengo fumosa la presenza del segretario regionale perché è intervenuto per primo ed è andato via subito dopo aver terminato il suo intervento. Avverto un disagio per aver ascoltato riflessioni molto vaghe relative alla costituzione di un partito nuovo del quale si parla dal 1944. Alberta De Simone: La sinistra serve, ma non è autosufficiente – Il nostro obiettivo è fare insieme il partito socialista europeo, è interesse di quel partito avere noi come punto di riferimento. Vogliamo il superamento della situazione presente e per farlo serve la sinistra, ma essa non è autosufficiente e deve aprirsi alle forze moderate. Noi non siamo davanti alle stesse domande degli anni sessanta, siamo davanti a temi diversi, che richiedono un nuovo umanesimo e mettere insieme la nostra cultura e quella cattolica ci porterà a conseguire risultati importanti: ecco il Partito democratico, che risponde ai bisogni della gente. Se noi vogliamo trasferire nel Pd le nostre correnti e le sub-correnti non costruiremo un partito nuovo, siamo appestati di individualismo, che dobbiamo superare. Chiediamo ai compagni di non andarsene, il segretario ci dovrà traghettare verso il Pd e per farlo dobbiamo mettere i cervelli e la passione intorno ad un tavolo per poi incontrare la Margherita. Giuseppe Carillo: Nel Pd nessuna rendita di posizione – Esprimo pieno sostegno alla De Simone, ma non ho rispetto sul piano politico per quei compagni che non partecipano al congresso. Adesso dobbiamo chiederci quanto sia largo il Partito democratico e a questa domanda dobbiamo rispondere che i confini non possono essere definiti dai dirigenti; nel Pd non ci sarà nessuna rendita di posizione, pertanto lasciamo da parte i rancori, le prospettive vostre non sono le nostre, ma facciamo insieme una battaglia di dignità. Lucio Fierro: soffro il mal di mare e preferisco restare a terra – Abbiamo la necessità di dare al paese una forza riformatrice, rispetto alla quale io non ritengo di aver spostato anche solo di un millimetro la consapevolezza di cosa significhi essere comunista. A me è stato chiesto di mettere a disposizione l’esperienza per mettere insieme una barca, che non so se sarà in grado di affrontare il mare in tempesta, ma spero che sappia svolgere il suo ruolo. Io non salirò su di essa, perché sono troppo vecchio, penso che sia giusto prendere i giovani e buttarli a mare perché solo così essi imparano a nuotare, appartengo alla vecchia classe dirigente, pertanto non sono interessato al nuovo progetto. E poi, soffro il mal di mare e preferisco restare a terra. Giancarlo Giordano: Ds e Margherita su cosa sono d’accordo? – In questo congresso c’è chi ritiene che la sinistra non sia più autosufficiente e chi ritiene che la sinistra debba essere autosufficiente, io dico che nessuno di noi è solo. Oltrismo significa andare oltre, ma andare troppo oltre significa non poter tornare più indietro. Vivo con amicizia e grande sollievo questa fase: ogni strada è legittima, noi vogliamo stare a sinistra e non vogliamo sostenere una grandissima Margherita perché loro vengono dalla certezza di quello che sono. Vorrei sapere come si chiude la crisi e su quali cose Ds e Margherita sono d’accordo. Gerardo Adiglietti: E’ iniziato il tempo della responsabilità – E’ finito il tempo della diversità ed è iniziato quello della responsabilità ed in questa ottica non credo che serva il frazionamento. Una squadra che gioca in trasferta forse gioca meglio perché ha più paura di perdere. Raffaele Aurisicchio: Non dico addio, ma arrivederci – Il 75% dei compagni ha deciso di sciogliere i Ds. Noi non ci saremo, noi non siamo per il trasformismo, non mi piacciono i Rodomonti né gli esecutori. Finisce l’esperienza di sinistra: non posso seguire la maggioranza, voglio continuare a battermi per la sinistra. Cosa sarà del Pd? Cosa succederà in provincia di Avellino? Verrà la stagione dei riscontri. Non dico addio, ma soltanto arrivederci. Cari compagni e care compagne buon lavoro. Michele D’Ambrosio: Me ne vado sereno e leggero – Non sarà una villeggiatura, avrete bisogno di molta serenità per le scelte che seguiranno. In fondo meglio così, ognuno seguirà la propria inclinazione .Il Partito Democratico non scalda il mio cuore e non scalda la mia mente, vedo un partito sospeso tra coloro che son sospesi. Un partito che naviga a vista, tra sindacati e confindustria e obbligazioni verso il Vaticano. Il Pd non risolve il problema del presente, il governo è debole e ad Avellino si rischia di passare dalla padella alla brace. Buon viaggio e buona permanenza per noi che restiamo a sinistra. Rosa D’Amelio: Il Pd sarà il partito delle primarie – Nel 1989 io fui contro la svolta, ma accettai la decisione presa dalla maggioranza e anche oggi le sezioni si sono pronunziate e rispetto al voto condivido la posizione di critica ma nel rispetto delle regole. Il Pd sarà il partito delle primarie, delle persone scese in piazza per votare Prodi contro Berlusconi. Dico a Russo che in provincia di Avellino il compito è più arduo, perché la Margherita non crede molto nel Partito democratico, ma ce la possiamo fare. Carmine Russo: Viviamo un momento straordinario – Abbiamo vissuto una pagina straordinaria, forse più importante di quella scritta in occasione del passaggio dal Pci al Pds. Rispetto chi ha scelto altre strade, ma non accetto l’idea di aver svenduto il partito, perché noi, al contrario, vogliamo rilanciare le nostre idee. Non sarà una strada facile, ma noi ci appassioniamo alle difficoltà dell’opera e a Nusco non ci vogliamo andare per essere asserviti ma per un confronto nel rispetto delle identità e del cammino da intraprendere.
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