Dolce Vita, la nota dei difensori e le nuove tensioni sull’ inchiesta

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AVELLINO- Più che “dolce” la vita dell’inchiesta sulla gestione di concorsi e appalti del Comune di Avellino appare abbastanza “turbolenta”. Dopo le ultime indiscrezioni di stampa relative al lavoro degli inquirenti di Piazzale De Marsico, i penalisti che compongono il pool difensivo dei principali indagati, anche quelli a cui si fa riferimento specifico nelle notizie stampa, hanno diramato una nota stampa, quella firmata dai penalisti Gaetano Aufiero, Marco Campora, Marino Capone, Luigi Petrillo, Teodoro Reppucci e Giuseppe Saccone, per evidenziare come: “alla data della pubblicazione degli articoli nè agli indagati nè ai loro difensori è stato notificato alcun avviso integrativo di conclusione delle indagini, né alcun atto ulteriore rispetto a quelli depositati ex art.415 bis c.p.p”. Non è l’unico rilievo, i difensori hanno messo in evidenza anche che nel ” testo dell’ articolo del 03.02.2025, inoltre, vengono pubblicati tra virgolette stralci di intercettazioni ambientali, non contenuti nelle informative sin qui depositate alle difese e di cui all’ evidenza viene data un’ interpretazione del tutto fuorviante, tanto è vero che la vicenda amministrativa cui esse ineriscono non è oggetto sino ad ora di alcuna formale contestazione da parte degli inquirenti. In disparte la riserva di ciascuno degli indagati di agire nelle
sedi competenti a tutela della propria onorabilità, gravemente lesa
dalle modalità con le quali i fatti asseritamente addebitati vengono loro attribuiti come certi, e mentre risultano ancora inevase le numerose istanze difensive sino ad oggi depositate e volte ad accedere alla documentazione attinente le intercettazioni ed al loro integrale ascolto, non ancora consentito, i sottoscritti difensori provvederanno a rappresentare quanto appena occorso alla Procura della Repubblica competente, al Comando Generale dei Carabinieri ed al Comando Generale della Guardia di Finanza, essendo necessario, nel caso in cui le notizie da ultimo pubblicate dovessero trovare successiva conferma, compiutamente identificare i responsabili delle presunte rivelazioni del segreto d’ ufficio, ovvero, nel caso in cui le notizie pubblicate dovessero essere smentite, è a maggior ragione necessario identificare coloro i quali avrebbero diffuso notizie di reato inesistenti”.