La Procura si oppone a tre delle circa venti intercettazioni ambientali nell’inchiesta “Dolce Vita” per cui era stata sollecitata la distruzione da parte delle difese e la mancanza di indicazione del progressivo agli atti delle stesse intercettazioni e quindi l’impossibilità di verificare da parte delle difese i numeri di progressivo e la cronologia, determinano l’accoglimento della richiesta di un ulteriore rinvio della decisione da parte del Gip Giulio Argenio. Quella sollecitata dalla difesa di Fabio Guerriero, l’avvocato Marino Capone e condivisa dalla difesa di Gianluca Festa, in aula era presente l’avvocato Concetta Mari. La decisione slitta al prossimo 27 maggio, quando una volta definiti i numeri di progressivo delle intercettazioni (che sono a disposizione della polizia giudiziaria) si potrà procedere con il contraddittorio. Come e’ noto c’era accordo sulle intercettazioni per cui la Procura aveva chiesto la distruzione per motivi legati alla presunta violazione della privacy degli indagati. Ma questa mattina, sulla richiesta integrativa avanzata dalle difese di ulteriori venti intercettazioni, il Procuratore Aggiunto Francesco Raffaele ha evidenziato che solo in parte potesse essere accolta. Visto che alle difese non è stata possibile, come rappresentato dal penalista Capone definire quale parte delle intercettazioni non rientrasse in questo via libera da parte della Procura, allora l’udienza e la decisione e’ stata rinviata. Di fatto slitterebbe anche la definizione della eventuale richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura, visto che sara’ possibile farlo solo con un materiale probatorio definito.
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