LIONI- A distanza di pochi giorni dalle misure cautelari e dalle perquisizioni scattate da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino, la Procura ha firmato l’avviso di chiusura delle indagini preliminari per i quattro indagati (due finiti in carcere per un’estorsione) accusati a vario titolo di estorsione e violenza privata ai danni di un diciottenne della zona di Alta Irpinia, costretto a versare tredicimila euro per l’acquisto di una pistola, arma che avrebbe chiesto “per scherzo” ad un suo amico, imparentato con uno dei due indagati finiti in carcere, in concorso con altre tre persone. L’avviso di conclusione delle indagini preliminari firmato dal Procuratore Aggiunto di Avellino, Francesco Raffaele, che ha coordinato le indagini dei Carabinieri. Gli indagati sono assistiti dagli avvocati Salvatore Rosania e Paola Rotonda. I due sottoposti alla misura cautelare erano comparsi davanti al Gip del Tribunale di Avellino Lucio Galeota, il magistrato che ha firmato la misura cautelare nei loro confronti chiesta dalla Procura. Entrambi avevano scelto di non rispondere alle domande del magistrato.
LA VICENDA
Le indagini dei Carabinieri della Compagnia di Sant’Angelo dei Lombardi, coordinate dal Procuratore Aggiunto Francesco Raffaele hanno ricostruito una escalation di minacce ai danni del diciottenne, di un comune vicino Lioni. Il ragazzo era finito nel mirino della coppia di indagati, uno dei quali sottoposto anche alla sorveglianza speciale, che gli avrebbero imposto di acquistare un’arma che lui aveva chiesto “per scherzo” ad un amico imparentato con gli indagati. Da qui una escalation di minacce, documentate dalla indagini tecniche dei Carabinieri e dalle dichiarazioni del ragazzo. Il diciottenne era stato costretto a svuotare in più occasioni un buono fruttifero postale, lasciatogli in eredita’, per far fronte alle pressanti e minacciose richieste dei suoi aguzzini. Dopo la denuncia i Carabinieri in poco tempo hanno ricostruito i fatti ed ottenuto la misura cautelare, altre due persone, raggiunte da un decreto di perquisizione sono indagate a piede libero. Ora si attende di capire se ci saranno richieste di interrogatorio (una facoltà degli indagati) e se arriverà la richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Avellino. Aerre