“Devo spararlo”, bloccato 52enne irpino: aveva un arsenale in casa

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Milano – “Ho gli angioletti in testa che mi dicono di sparare a un poliziotto”. Questa frase, L. A. M., 52enne di Cervinara ma residente a Milano, guardia giurata per una piccola ditta di vigilanza, la ripeteva ormai da giorni e in maniera sconnessa. Era convinto di essere perseguitato da un collega ed era pronto a mettere mano alla santabarbara di armi e munizioni che aveva accumulato minuziosamente a casa.
Ci stava per scappare il morto se la moglie del 52enne irpino non avesse chiesto aiuto alle forze dell’ordine, spaventata dal mini arsenale collezionato dal marito.
Con uno stratagemma il 52enne viene fatto entrare al Niguarda di Milano. Qui verrà fermato e sottoposto ai trattamenti sanitari obbligatori.

IL FATTO – Era il 22 luglio, al commissariato di polizia di Greco-Turro si presenta una donna, 50 anni, pallida. Parla veloce, chiede agli agenti di fermare suo marito metronotte. Dice che il marito “… parla per frasi sconnesse, è armato e gira in auto, in casa ha di tutto. Se non lo prendete, combina un guaio”. Racconta di un diverbio che il marito avrebbe avuto con un suo collega, un 27enne siciliano.

Iniziano le ricerche dell’uomo. Un primo invito telefonico a presentarsi negli uffici della Questura va a vuoto. Nel frattempo una volante rintraccia il potenziale bersaglio, ritira le due pistole d’ordinanza e le munizioni. Infine, l’inganno: la figlia chiama il 52enne irpino: “Papà, vieni al padiglione De Gasperis del Niguarda, la mamma ha avuto un infarto”.

L’ARSENALE – Mentre L. A. si presenta in ospedale – venendo poi bloccato – il suo appartamento viene bonificato. L’elenco parla da solo: un fucile a pompa Maverick, una doppietta e tre a canna singola (uno ha il mirino di precisione); quattro pistole di cui due senza matricola; cinque caricatori; sei coltelli di varia fattura; 2042 bossoli, 146 cartucce, 224 ogive, 2400 pallini; un estrattore; un puntatore laser. Tutto materiale sequestrato.

Il 52enne ora è in cura, in attesa della revoca del porto d’armi e della placca da guardia giurata.

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