Delitto Gioia, in aula la salute di Elena ai raggi x. E la mamma di Giovanni “crolla”

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La ripresa del processo per l’omicidio di Aldo Gioia dopo la pausa estiva, è stata segnata da alcune novità. La prima è il nuovo presidente della corte di Assise del tribunale di Avellino, Gian Piero Scarlato, il quale ha sostituito il giudice Calabrese che aveva seguito tutte le udienze, fin dall’inizio, a carico dei due imputati, Giovanni Limata e la sua ex fidanzata dell’epoca, la figlia dell’uomo assassinato, Elena Gioia.

L’avvocato Kalpana Marra ha rinunciato alla difesa di Limata nella tarda serata di ieri, mentre l’avvocato Russo già ad agosto era stato revocato e sostituito dall’avvocato Rolando Iorio. Il quale, stamane in aula, ha nuovamente avanzato la richiesta di perizia psichiatrica per il suo assistito, cosa che avevano già fatto nel corso della prima udienza Marra e Russo. Alla richiesta di Iorio si è accodata l’avvocato Livia Rossi, legale difensore di Elena Gioia. Per la pubblica accusa, rappresentata dal Pubblico Ministero Russo, non è invece necessario un approfondimento istruttorio tramite perizia pschiatrica.

Il giudice Scarlato ha accolto le tesi degli avvocati difensori e, nel corso della prossima udienza, fissata per mercoledì 26 ottobre, conferirà l’incarico ad un perito. L’avvocato Rossi ha chiesto una perizia collegiale che preveda, cioè, uno pschiatra ed uno psicologo. Su questo, il giuidice si è riservato di decicere.

L’udienza di questa mattina si è aperta con la deposizione di due testi chiamati dalla difesa di Elena Gioia, presente anche quest’oggi in aula (assente Limata). Il primo è stato il dottore Stefano Stisi, specializzato in reumatologia. Stisi aveva visitato, giusto un mese prima dell’omicidio del povero Aldo Gioia, avvenuto il 24 aprile del 2021, la ragazza su richiesta della mamma che l’aveva anche accompagnata presso lo studio medico.

La visita risale al 17 marzo 2021. Elena Gioia lamentava dolori dappertutto, debolezza e disturbi del sonno. Il tutto rinconducile alla “fibromialgia”, la malattia di cui è affetta la figlia più piccola dei Gioia e che si caratterizza per il dolore nei muscoli e nelle strutture connettivali fibrose (i legamenti e i tendini). Nel corso della visita, il dottore nota che Elena non è un soggetto completamente maturo, che ha una personalità fragile e che è persona influenzabile.

Stisi sottolinea che si trovò difronte, in sostanza, una ragazza incline a subire personalità più forti, ad una ragazza che, in un’ora di seduta, non aveva accennato nemmeno un sorriso. Viveva una forte tempesta emotiva e per questo motivo consigliò alla mamma di effettuare degli approfondimenti di tipo pschiatrico con esperti del settore. Le furono prescritti dei medicinali.

Stisi ha poi rivisto Elena in carcere il 22 ed il 30 aprile 2022 ed ha notato di trovarsi di fronte ad una ragazza più matura e tranquilla, forse perché – questa la sua tesi – ha risolto il principale conflitto interno.

Dopo il dottore Stisi, è toccato all’ingegnere Angelo Martini, consulente informatico. E’ stato lui a trascrivere i contenuti delle chat, principalmente quelle intercorse tra Giovanni ed Elena. Ventimila messaggi e milioni di pagine.

Nel corso dell’udienza di oggi, la mamma di Giovanni Limata, ad un certo punto, è crollata. Un crollo psicologico che l’ha portata ad urlare in aula. Era disperata e piangeva, un agente di polizia l’ha dovuta accompgnare fuori e calmarla, insieme a Sara Clemente, ossia la figlia di Sonia Guerriero, le due che hanno riportato il Limata a casa la notte dell’omicidio