Avellino – L’informazione e la politica: un tema che ha appassionato quanti si sono ritrovati presso il salone della Camera di Commercio della città capoluogo per il faccia a faccia tra big della politica e dell’informazione. Nella sala gremita: consiglieri regionali, provinciali, comunali, amministratori ma non solo. Anche gente comune. Tra i presenti: Enzo De Luca, Mario Sena, Luigi Anzalone, Giuseppe Galasso, Palerio Abate, Nicola Di Iorio, Sergio e Santino Barile, Ruggiero Cutillo, Enrico Ferrara, Antonio Festa, Michele Caso, Giuseppe Galasso, Tommaso Sarno, Gerardo Salvatore, Maurizio Petracca, Lino Pericolo, Gerardo Adiglietti, Mirella Giova, etc. etc. Un confronto aperto tra il leader Ciriaco De Mita e il giornalista Gad Lerner – entrambi non hanno bisogno di alcuna presentazione – voluto dalla rivista istituzionale dell’assessorato D’Amelio “Filo di Perle” e dalle Acli di Avellino. Al tavolo: Luisa Cavaliere direttrice editoriale del bimestrale ‘rosa’, Rosanna Repole componente nazionale delle Acli.
A mettere in evidenza come la politica sia condizionata dall’informazione è l’assessore regionale Rosa D’Amelio che non manca di condannare la campagna mediatica che ha travolto la città partenopea e la sua gestione. “La politica appare sempre più sedotta dai mezzi di comunicazione… E’ quasi scomparso lo strumento dell’inchiesta. Invece sono aumentati i pareri degli esperti”. Un filo conduttore che fa da apripista al tema della democrazia contemporanea. Uno scambio di vedute alto tra un protagonista della scena politica locale, regionale e nazionale e un altro dell’informazione libera, critica e democratica. Il coordinatore regionale della Margherita discute e fa riflettere su una informazione che non comunica più. Una informazione che riflette la qualità della politica. Che coglie l’emozione. Una tecnica superata. Stantia. “Sarebbe strano che la carenza dell’informazione supplisse a quella politica. La tecnica dell’informazione è cogliere emozione. Credo che questo modo di aver elaborato l’informazione abbia fatto il suo tempo. Nella consapevolezza delle persone sta emergendo la curiosità della coscienza non più dell’emozione”. Un’informazione sempre più “imprigionata tra contestazione e giustizialismo”. E’ la stessa che ha aggredito la realtà napoletana. “Non mi sono compiaciuto”. E aggiunge: “E’ il modo di analisi che è sbagliato”. Ma De Mita va oltre. E tocca un tasto dolente. “Siamo in presenza di una società in cui gli interessi sono parcellizzati e guai a chi li tocca…”.
E poi un esempio calzante per sottolineare come sia necessario correggere l’ottica: “Quando diventai segretario della Dc tutta la stampa mi ero contro. Io ho trasmesso una quantità di fatti”. E ancora Ciriaco De Mita ‘interroga’: “Abbiamo contestato alla vecchia maggioranza il limite della politica ma la qualità di questa maggioranza è tale da dare speranza all’opinione? No. Il voto quando c’è è un’investitura di speranza. Che è la radice forte della politica e della democrazia”. Considerazioni che spaziano in una politica che non ha compreso le ragioni di novità che c’erano nel periodo della contestazione. … “Anche il Pd, più che cogliere le radici si sta precipitando su una forma organizzativa”. De Mita e Gad Lerner pur se distanti, sono d’accordo su un punto: dove è la politica con la ‘p’ maiuscola? “Sento in De Mita un legittimo rimpianto per una militanza appassionata, che ha percepito la politica come le più nobili arti”. Ma Gad Lerner mette a nudo un grande rischio: “Sono convinto che non sia affatto scontato che questa nostra democrazia ci preservi dal populismo”. E ancora il rapporto tra l’informazione e la politica.
“Il punto di partenza è che lavoriamo per giornali e televisioni che possono guardare la politica dal basso in alto. Vi strattoniamo e voi che fate?”: Gad Lerner sollecita e va al dunque: “La politica è debole. Perché anche oggi chi sta al governo viene ritenuto forte non per base parlamentare… ma per l’operazione più significativa (fusione San Paolo Banca Intesa di Silvio Berlusconi, per citare un esempio) che rafforzerebbe il ‘ministro’ senza truppe. La comunicazione è una celebrazione catodica in cui si vuole suggestionare… La politica televisiva è la negazione della politica del territorio. E’ un’arma terribilmente a doppio taglio”. De Mita incalza: “La sola garanzia per la libera informazione non è la qualità ma il pluralismo. Siamo in presenza di un sistema democratico dove i partiti per contare devono essere rappresentativi”. Ma perché la gente non partecipa? “Non ha gli strumenti della partecipazione… Il voto è una sentenza cognitiva”. Una sottolineatura per dire: “La politica non può far riferimento al mercato”. E allora perché non puntare sul Pd secondo Lerner? De Mita: “Non è così. Stiamo teorizzando il leader mummificato e la scomparsa del territorio. .. La politica è conoscenza storica, intuizione. Quelli che pensano di costruire il futuro senza il punto di partenza, rimangono immobilizzati. Faccio fatica ad osservare una cosa che non capisco”. Lerner: “Sono convinto che uno come De Mita possa essere un padre nobile del Pd. Perché abbiamo la stessa preoccupazione. Non bastano appuntamenti elettorali per garantire la democrazia. Con i nostri partiti siamo ridotti a piccoli clan. Qui vedo il pericolo”. In sostanza: “Dobbiamo evitare la frantumazione in clan del riformismo. Si tratta di costruire l’oltre. Senza di questo la politica sarà travolta da altri poteri (le banche…). Stiamo vivendo una corsa contro il tempo. Dobbiamo bloccare la cristallizzazione della politica italiana (è ridicolo che esiste l’Ulivo da 11 anni, è ridicolo che il passaggio alla prima Repubblica sia eterno)”. De Mita: “La partecipazione non è un rito. In politica ci sono le opinioni dialettiche. Questo è sparito. Un leader vero spiega la politica. Perché la politica si fa attraverso gli atti concreti di governo…”. E ancora il Partito democratico. Quello di De Mita non è un ‘no’ e nemmeno un ‘ni’, ma spiega come “il processo di ricomposizione politica abbia altri percorsi. Non mi sono mai sottratto a togliere il fuoco dalle stelle a patto che mi si spieghi come si fa”. De Mita e Lerner al tavolo per dire: garantiamo la democrazia dai grandi rischi. (di Teresa Lombardo)
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