Il cantante neomelodico Marco Marfè è stato denunciato a piede libero dai Carabinieri insieme con il papà, Antonio, con l’accusa di usura. Il ventenne, fenomeno tv, sarebbe stato sorpreso dai militari, secondo quanto riporta Il Mattino, nel suo rione a Casoria mentre nascondeva tra le mani diversi libri mastri contenenti le tabelle dei prestiti erogati a soggetti sotto usura. Con tanto di nomi, cognomi, soprannomi e le rispettive somme da pagare, gonfiate da tassi d’interesse che – sempre secondo i Carabinieri – sfiorerebbero il 50 per cento. Marfè avrebbe ricevuto i registri, una quindicina, proprio dal padre Antonio. La versione del cantante diverge totalmente da questa ricostruzione. Attraverso il suo manager, Marfè fa sapere che del contenuto della busta con i registri non sa nulla. E che l’ha trovata per terra, nei pressi della sua abitazione nel rione Arpino, mentre stava uscendo per recarsi ad un concerto. L’ha raccolta e aveva intenzione di restituirla al proprietario credendo – ha riferito sempre il manager – che contenesse quaderni di bambini. A quel punto è stato fermato dai Carabinieri che stavano effettuando controlli sui clan della zona.
Redazione Irpinia
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