D’Agostino: “Fondi Ue, sempre peggio la Campania”

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“La Campania, secondo la Commissione europea, è la regione messa addirittura peggio di alcune zone particolarmente depresse della Romania e della Bulgaria in materia di politica istituzionale, e quindi di corretto utilizzo dei fondi strutturali di investimento. Eppure, da noi continuano le passerelle autocelebrative di una classe dirigente, non solo politica in verità, troppo generosa nel giudizio verso se stessa e pericolosamente esposta al rischio di un nuovo fallimento nella programmazione e gestione delle risorse Ue 2014-2020”.  Lo dichiara il deputato irpino di Scelta Civica, Angelo Antonio D’Agostino, evidenziando il contrasto tra ciò che stanno raccontando in questi giorni i massimi rappresentanti della classe dirigente regionale – ultima occasione il convegno di sabato ad Avellino – e i dati contenuti nella relazione semestrale sulla coesione economica, sociale e territoriale adottata nel luglio scorso dalla Commissione europea. “Il quadro illustrato dalla Commissione – dice D’Agostino – non si presta ad interpretazioni ambigue: è la fotografia impietosa ma vera che, purtroppo, colloca la nostra regione, in tutte le sue articolazioni pubbliche periferiche, in fondo alla classifica europea sulla qualità dell’azione istituzionale. In particolare, i dati relativi a corruzione, trasporti, istruzione e sanità – che sono i parametri di riferimento più significativi– certificano uno stato di salute assai precario delle nostre politiche istituzionali e, di conseguenza, un livello molto basso della velocità e della qualità di spesa del governo regionale e delle amministrazioni locali”. “E’ pur vero – aggiunge D’Agostino – che si è perennemente in campagna elettorale e larga parte della politica non riesce a sottrarsi alla tentazione dei vecchi riti della propaganda; ma qui stiamo parlando delle ultime carte che possiamo giocarci per tentare di cogliere gli obiettivi di Europa 2020, soprattutto in merito all’occupazione ed alla riduzione della povertà. Rifugiarsi nella propaganda, rinunciando ad affrontare la verità documentata dai numeri, significa fallire preventivamente quegli obiettivi: significa, in altre parole, perdere l’occasione di utilizzare al massimo della loro capacità produttiva i fondi strutturali europei 2014-2020. I quali, oltre ad essere probabilmente gli ultimi, sono in sostanza l’unica fonte di finanziamento degli investimenti pubblici, in modo particolare per le regioni meridionali, a seguito dei tagli operati dallo Stato centrale per ridurre il disavanzo pubblico”. “Ed allora – conclude D’Agostino – è indispensabile recuperare innanzitutto il senso della serietà politica, oltre al dovere della verità, se vogliamo essere degni del ruolo che ricopriamo di classe dirigente. Tanto più in considerazione del fatto che i fondi strutturali 2014-2020 investiranno maggiori risorse in materia di innovazione e Pmi, occupazione di qualità, mobilità sul lavoro ed inclusione sociale, reti digitali, istruzione, formazione e riforma della pubblica amministrazione: tutto ciò, insomma, che allo stato delle cose serve soprattutto al Mezzogiorno d’Italia, ed alla Campania in particolare, per non essere più assimilata alle aree di maggiore depressione della Romania e della Bulgaria

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