AVELLINO – Quattro indagati a vario titolo per peculato, malversazione di erogazioni pubbliche, tentata truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. Sono le ipotesi di reato per cui nella mattinata di oggi sono stati eseguiti due decreti di sequestro preventivo firmati dal Gip del Tribunale di Avellino su richiesta della Procura nei confronti della Società Alto Calore Servizi Spa e di una società che aveva rapporti con l’ Alto Calore per una somma di 376.711,75 euro. Ad eseguire i due decreti i militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Avellino, agli ordini del tenente colonnello Alessio Iannone.
LE INDAGINI
Le indagini coordinate dai pm Vincenzo Russo e Luigi Iglio avrebbero fatto emergere come la stessa societa’ Alto Calore era stata ammessa a beneficiare del finanziamento pubblico per 454.912,50 euro nell’ambito del programma Fondo Nuove Competenze, fondo pubblico cofinanziato dal Fondo sociale europeo nato per contrastare gli effetti economici dannosi dell’epidemia Covid-19, con lo scopo di permettere alle imprese di adeguare le competenze dei lavoratori destinando parte dell’orario alla loro formazione rimborsando il costo delle ore di lavoro in riduzione destinate alla frequenza dei corsi. Per cui avrebbe ottenuto nel settembre del 2021 l’anticipazione del contributo nella misura del 70% dell’importo finanziato, pari a euro 318.438,75 materialmente erogati dall’ INPS su mandato di ANPAL (Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro, competente sull’erogazione), non destinava il contributo ricevuto alle finalità previste, mai procedendo ad organizzare e svolgere realmente i corsi di formazione in presenza che aveva dichiarato di voler svolgere, ossia quelli di “Project Manager” per 42 dipendenti dell’Alto Calore, “Tecnico Esperto del controllo qualità” per 23 dipendenti dell’Alto Calore, “Modulo Di Pianificazione e Avvio Del Progetto” per 36 dipendenti dell’Alto Calore, corsi mai realmente tenutisi, bensì facendoli falsamente apparire come svolti, grazie agli “attestati finali di messa intrasparenze delle competenze” rilasciati dalla societa’ che collaborava con lo stesso Alto Calore, così da non incorrere nella restituzione del contributo alla scadenza del termine, come previsto dall’avviso pubblico del Fondo, e, al tempo stesso, da poter avanzare richiesta del saldo del contributo. Il procedimento trae origine da denunce di dipendenti dell’Alto Calore i quali si sono avveduti di essere stati ricompresi fra coloro che avevano sostenuto corsi di formazione finanziati con il “Fondo Nuove Competenze”, in realtà da loro mai frequentati. Le investigazioni hanno riguardato l’utilizzo dei contributi previsti dal “Fondo nuove competenze”, istituito dall’art. 88, comma 1 del Decreto-Legge n. 34/2020. Tali attività formative, svolte apparentemente secondo i requisiti della normativa agevolativa, hanno consentito all’ente pubblico di conseguire il previsto contributo, non avendone titolo, stando agli elementi allo stato acquisiti. In tale attività fraudolenta risulta essere coinvolta -allo stato delle indagini- anche la società di servizi che fittiziamente aveva attestato di aver erogato i corsi di formazione
oggetto delle indagini. Le indagini della Procura, che già avevano fatto emergere altri fatti legati a presunti “corsi fantasma” ora registrano questo nuovo filone investigativo.