Consiglio comunale, l’Udeur e lo Sdi snobbano il Prg: non va giù la nomina di Adiglietti come componente dell’Asi

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Avellino – Consiglio comunale: l’Udeur e lo Sdi snobbano il nuovo Piano Regolatore. Il motivo è semplice. Tutto ruota attorno all’ ‘investitura’ del neo segretario cittadino Gerardo Adiglietti che è proprio il caso di dire, in una giornata ha fatto man bassa. Eletto all’unanimità dal direttivo cittadino è stato poi designato dal primo cittadino Pino Galasso, come componente dell’Asi. Era lo scranno ‘assegnato’ al compianto assessore ai Lavori Pubblici Mimmo Bellizzi. La nomina non è andata giù né ai consiglieri del Campanile Bruno Di Nardo, Sergio Trezza, Nicola Micera e all’assessore all’Annona Luca Iandolo, né all’esponente socialista, Mattia Trofa. Il perché di una designazione esterna… pare essere l’interrogativo degli aventiniani. Ieri infatti una nota stonata: la super assenza dei rappresentanti delle due forze di maggioranza. Ad ogni modo il Consiglio comunale ha proseguito il suo corso tra bilanci e constatazioni. Al centro del dibattito un Prg che continua ad infervorare gli animi. Non convince la maggioranza su alcuni punti: Rete Cinematica, perequazione, strade parco, rinnovo urbano, le torri lungo l’autostrada, Via Francesco Tedesco, etc. “L’amministrazione non intende affossare il Prg – afferma l’assessore Rotondi – ma vuole cercare di migliorare il piano Cagnardi con la collaborazione di quanti hanno voglia di dare il loro contributo in proposito”. Pungente nel suo intervento l’esponente di Libera Città, Antonio Gengaro che punta il dito contro “l’indecorosa gazzarra che sul futuro urbanistico del capoluogo è stata scatenata su questo argomento dalla Margherita di De Mita e Mancino, seguita a ruota dalla sinistra Diessina”. Ma non finisce qui. Gengaro parla di ‘devastanti novità’ figlie di una “vecchia politica consociativa e trasversale che deve oggi onorare le cambiali firmate con il precedente Piano Regolatore quando lo stesso progetto fu stravolto accettando le ‘osservazioni’ dei proprietari dei suoli che oggi reclamano mega lottizzazioni su tutte le colline circostanti. Sui veri interessi della città, quelli del mattone, si è rotto il centrosinistra, quello innovativo e di qualità di Di Nunno. Non è un caso che uno dei possibili candidati a sindaco, vanamente corteggiato dai big della Margherita, non solo consigliava di cestinare il Prg, ma è anche protagonista di un’azione giudiziaria contro il Consiglio comunale sulla Variante di salvaguardia, che sicuramente condizionerà le scelte future dell’assise cittadina. Nella migliore delle ipotesi velocizzando tutti i tempi che finora l’assessore e la maggioranza hanno inutilmente consumato si dovrebbe, comunque, arrivare ad una nuova variante urbanistica per non compromettere la città del Futuro”. Ma per il combattivo Gengaro il piano non è più salvabile… “anche perché dopo dieci anni ricompare, sotto una nuova veste, la variante nord, un eco mostro la cui eliminazione fu uno dei punti dell’accordo del ’95. Cosa è cambiato da allora nella natura dell’alleanza? Dove sono finiti i Verdi? Tutti all’Alto Calore? A proposito di contraddizioni – continua l’esponente di Libera Città – l’Udeur e lo Sdi in passato hanno approvato documenti a favore del Prg eppure sono nella coalizione che questo piano vuole affossare. Infine ci chiediamo perché i Ds in questi anni lealmente si sono fatti carico di tutti i debiti e del recupero delle grandi opere pubbliche della prima repubblica avellinese, rinunciando alla più grande occasione di cambiamento programmata dall’amministrazione, con il loro contributo determinate”. Insomma tra attacchi velenosi e precisi moniti, Gengaro chiude il suo documento rimettendo il futuro della città nelle mani della Provvidenza. “Che Dio aiuti Avellino”. (Teresa Lombardo)

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