Nuovo Clan Partenio, prima condanna definitiva: tornano in Appello Galluccio e Chiauzzi

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AVELLINO- C’è la prima sentenza definitiva nell’inchiesta sul Nuovo Clan Partenio.

Rigettato il ricorso di Bianco Pasquale Nando, annullato con rinvio ad altra Sezione Penale della Corte di Appello per la rideterminazione della pena (il trattamento sanzionatorio) e le attenuanti generiche oltre ad altri motivi di appello la condanna nei confronti di Filippo Chiauzzi e Elpidio Galluccio.

I giudici della II Sezione Penale della Corte di Cassazione hanno così deciso sui ricorsi presentati dai legali dei tre imputati (il quarto, Bianco Ferdinando ha rinunciato ai motivi in quanto la sua condanna a quattro anni e 800 euro di multa e’ stata già scontata) difesi dagli avvocati Quirino Iorio (gli imputati Bianco), gli altri due imputati difesi dall’avvocato Domenico Dello Iacono e Marcello Severino (per Galluccio), e accusati, i primi due di associazione a delinquere di stampo camorristico finalizzata ad una serie di episodi di usura ed estorsione aggravata dall’art.416 bis (metodo mafioso).

Chiauzzi, condannato nel processo con rito abbreviato dal Gup del Tribunale di Napoli a 13 anni e 4 mesi in primo grado per ben 16 capi di imputazione, nel processo di Appello chiuso nell’ottobre 2022 davanti ai giudici della Sesta Sezione Penale di Appello di Napoli aveva ottenuto una riforma della sentenza (anche per aver rinunciato ad alcuni motivi di impugnazione) era stato condannato a 12 anni. Elpidio Galluccio, condannato in qualità di partecipe al Nuovo Clan Partenio e per tredici capi di imputazione a 11 anni e 10 mesi di reclusione, in secondo grado aveva visto riformare la sentenza con una pena di 10 anni e 5 mesi.

Per i fratelli Bianco invece, riconosciuta l’attenuante del risarcimento del danno equivalente all’aggravante diversa dal 416 bis, la condanna era stata di 5 anni e 4 mesi per Bianco Pasquale Nando e 4 anni per Bianco Ferdinando. In secondo grado entrambi si erano visti confermare dal collegio presieduto dalla dottoressa Gallo, la condanna inflitta dal Gup del Tribunale di Napoli.

LA SENTENZA DI APPELLO
Nelle 127 pagine di motivazione emesse dai magistrati della VI Sezione Penale della Corte di Appello di Napoli si legge anche in riferimento agli imputati che: “La contestazione associativa ex articolo 416 bis CP, mossa nei confronti di Chiauzzi Filippo e Galluccio Elpidio per la partecipazione alla consorteria criminale, ed ai fratelli Bianco Pasquale Nando e Bianco Ferdinando limitatamente al profilo dell’aggravante dell’articolo 416 bis prende le mosse dalla più complessa attività di indagine svolta in contesto temporale molto ampio che va dal 2014 al 2018, che ha visto il coinvolgimento di numerosi soggetti, consentendo di delineare nel tempo l’esistenza di un’organizzazione criminale armata di tipo camorristico, denominata “Nuovo Clan Partenio” operante ad Avellino e nei paesi limitrofi, costituita e capeggiata dal Galdieri Pasquale soprannominato “Milord” che approfittando dello stato detentivo dei capi storici di quello dell’organizzazione criminale”.

E ancora che “l’esistenza del nuovo sodalizio criminale, Nuovo Clan Partenio, la cui operatività e la sua progressiva ramificazione su diverse aree della provincia di Avellino soprattutto nel settore estorsivo e usuraio, emergeva chiaramente nel corso dell’indagine, riportate nella sentenza impugnate, che hanno evidenziato come il pregiudicato Galdieri Pasquale, approfittando delle detenzione dei capi storici dell’omonimo clan ovvero i cugini Genovese, reclusi dal febbraio 2001 ed entrambi i condannati all’ergastolo, avete creato un gruppo criminale, nel quale erano stati reclutati come già detto, vecchi esponenti del clan Genovese ma anche altri e famosi personaggi della malavita locale, tra cui il pregiudicato Valente Carmine soprannominato caramella, noto per la sua accertata appartenenza al clan Cava di Quindici. i cui vertici sono ugualmente ristretti da numerosi anni”.

Per quanto riguarda la posizione di Filippo Chiauzzi, i giudici di secondo grado avevano sottolineato come ‘l’affiliazione e lo stabile inserimento nella compagine di Filippo Chiauzzi va confermato emergendo da uno schiacciante complesso di elementi di prova convergenti ed inequivoci, non scalfiti dalle doglianze difensive… Sottolineata la pluralità dei reati commessi in un lungo lasso temporale, un considerevole numero di episodi fine di usura ed estorsione che rappresenta un settore di elezione del clan, reati tutti caratterizzati da tipico Modus precedendi della consorteria con la riconosciuta aggravante ex articolo 416 prima comma ed accomunati della compartecipazione sistematica di volta in volta di molti altri degli imputati facenti parte della compagine associativa nelle funzioni e con i ruoli indagini ampiamente evidenziato depone oggettivamente in tal senso anche la prova a documentale rinvenuta all’interno della contabilità relativa alle attività di usura sequestrata presso il garage Security Park gestito da Galluccio e Bocciero dal nome di Chiauzzi posto talvolta a fianco al nome delle vittime dei relativi stringhe con il diminutivo di “Fil” circostanza indicativa dell’inserimento del Chiauzzi nella gestione dei rapporti usurari facenti capo al clan e permetteva di identificare e d escutere numerose vittime”.

Valutazione del ruolo di partecipe anche per Galluccio Elpidio, che scrivono: “è risultata persona di assoluta fiducia di Carlo Dello Russo e soprattutto di Galdieri Nicola per il quale svolge mansioni di autista per un certo periodo, tanto da essere presente al significativo rituale di salutarsi con un bacio sulle labbra tipico di certi organizzazioni camorriste. Il ruolo di autista non può essere ritenuto neutro come assunto dalla difesa in quanto espressione di un caratteristico rapporto fiduciario con soggetto apicale dell’associazione, soggetto dimostratosi nella specie particolarmente accorto anche nelle comunicazioni con i sodali per come emerso delle indagini, e che va ben oltre un rapporto di lavoro rilevandosi strumentale alla finalità associativa”.

Per i giudici di secondo grado Galluccio aveva anche un vero e proprio “ruolo di intermediario” tra Nicola Galdieri e Dello Russo”. Ora si attendono le motivazioni dei giudici della Cassazione e la quasi certa rideterminazione delle condanne nei confronti dei due imputati. Va sottolineato che sia Chiauzzi che Galluccio hanno ammesso di aver avuto rapporti usurari ma non nell’ambito del presunto Nuovo Clan Partenio.