Cipriano (Pd): il nostro no per archiviare cinque anni di disastri di Festa

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AVELLINO- “Votiamo no per archiviare definitivamente l’esperienza Festa che a nostro avviso ha rappresentato il più alto e pericoloso danno politico alla città di Avellino”. E’ uno dei passaggi con cui il consigliere comunale del Partito Democratico Luca Cipriano ha motivato il no del PD al Consuntivo bocciato stasera in aula dal Consiglio Comunale. Lo ha fatto chiarendo che la vera bocciatura era per tutta l’ amministrazione del Comune di Avellino targata Festa, che differentemente da quanto hanno ricordato i “festiani” relativamente agli 80 giorni di amministrazione Festa, per il Partito Democratico ha riguardato una bocciatura degli ultimi 5 anni e mezzo di governo cittadino: “Noi votiamo no perché non ci riconosciamo in questo modo di intendere il ruolo pubblico- ha evidenziato Cipriano- non ci riconosciamo in questa visione di città distorta e piegata a interessi non sempre collettivi. Noi non ci riconosciamo in questo metodo di fare politica e per questo stasera il Partito Democratico coerentemente con quanto ha fatto negli ultimi anni voterà no. Perché noi non rinunciamo ad avere un’altra idea di città. Noi non rinunciamo ad avere un’altra visione di città. Noi non rinunciamo, tutto il centro sinistra non può rinunciare a voler offrire un contributo diverso perché Avellino sia lontana da quell’elenco di disastri che ho poc’anzi riassunto e si avvicini almeno un po’ a una città civile consentitemelo dire a una città normale”. Quali sono i disastri, un lunghissimo elenco degli ultimi cinque anni targati Festa, li ha snocciolati in aula lo stesso consigliere Cipriano.

CINQUE ANNI DI FESTA, BILANCIO DRAMMATICO E DISASTROSO
A partire dallo ” storico mercato comunale della città di Avellino che è stato demolito per fare posto alla Smile Arena, nomen omen dicevano i latini. Cinque anni in cui il “glorioso” Teatro Carlo Gesualdo è stato smontato pezzo per pezzo, passando da 3.000 abbonati a 20 abbonati. il Teatro della nostra città passato a venti abbonati, quando ce n’erano più di tremila negli anni passati. Cinque anni in cui abbiamo retribuito con i soldi pubblici un assessore ai selfie, il famoso assessore al marketing territoriale. Caro Antonio (rivolgendosi all’assessore Vecchione) , spero che non ti facciano fare la stessa fine. Cinque anni in cui la “Casina del principe” è stata spenta a svuotata, cacciati dalla sera alla mattina i giovani delle associazioni che animavano quel luogo con tante attività culturali. Cinque anni in cui per un solo cartellone estivo è stato speso un milione e mezzo di euro. “Allacciate le cinture” disse qualcuno prima di schiantarsi. Cinque anni in cui la Dogana si è provata ad affidare litigando con tutti gli ordini professionali, provinciali, regionali e nazionali all’archistar Fuksas, fino a revocare l’incarico o meglio a ricevere una lettera di rinuncia dell’incarico. Cinque anni in cui Avellino, avrebbe dovuto vedere la costruzione del Dino Park con Steven Spielberg che era già in volo per girare il nuovo Jurassic Park al parco del Fenestrelle. Cinque anni in cui durante l’emergenza covid, cara consigliera Cuciniello, qualcuno ci ha fatto finire su tutti i telegiornali nazionali perché inneggiava a cori calcistici provocando assembramenti pericolosi dal punto di vista sanitario e dell’ordine pubblico. Cinque anni, cara sindaca Nargi in cui lei ha dovuto sopportare atti di bullismo amministrativo. Intollerabili per una donna, come per un politico. Cinque anni in cui il Piano di Zona è stato completamente paralizzato, fino poi ad assegnare la poltrona a chi desiderava occupare quella poltrona. Cinque anni in cui l’edilizia popolare è stata abbandonata, mentre l’edilizia residenziale ha riempito la città di palazzi e di appartamenti. Cinque anni in cui la metro leggera è rimasta ferma, dispersa. Nessuno più ne parla. Il Comune ha un ruolo nell’ erogazione di quei servizi. Cinque anni in cui qualcuno ha giocato al Monopoli. Portiamo la Guardia di Finanza a Palazzo di città, Palazzo di citta’ lo spostiamo a Palazzo dei Peruta, i giudici di pace li mandiamo al parco Santo Spirito e Parco Santo Spirito lo mandiamo non so dove. Cinque anni in cui viene col viale Italia doveva diventare la Sanremo del Sud. Un milione di euro di piante e fiori spesi per le aiuole di viale Italia. Cinque anni, in cui nella caserma doveva sorgere la Bocconi del Sud. Cinque anni in cui la piscina comunale crolla sotto l’abbandono e l’incuria. Cinque anni in cui i campi Sportivi e le strutture sportive dei quartieri vengono affidate ai privati. Cinque anni, in cui l’Avellino davvero si è allontanata chilometri dalle città europee, dalle tensioni culturali e sociali, dalla visione di una vera città europea. Quando dovevamo essere Barcellona, Copenaghen e Dio solo sa cos’altro, in un delirio geografico senza precedenti. Cinque anni in cui avremmo anche dovuto inaugurare il nuovo Stadio, quando facciamo la corsa per non far cadere a pezzi l’attuale di Stadio e provare a giocare un campionato di serie B nella nostra città. E allora questo è il bilancio che votavamo stasera, presidente Maggio. Grazie per avermi invitato a rimanere sul tema. Questo è il bilancio drammatico e disastroso che votiamo stasera”. E ha incalzato: “Gianluca Festa ha tenuto in ostaggio la città di Avellino negli ultimi cinque anni per le proprie vicende politiche personali e giudiziarie. C’è un’intera comunità di 60.000 persone che negli ultimi cinque anni non parlano di altro che delle vicende personali, politiche e giudiziarie di Gianluca Festa. L’ amministrazione Nargi, cara sindaca, a mio avviso non è mai iniziata. Perché lei non ha avuto modo di partire con quella che forse non lo so, non è un problema mio, era la sua visione di città. Lei è stata gettata dal primo giorno nelle sabbie mobili di una paralisi amministrativa che ha bloccato l’intera comunità, sempre per le volontà del vostro leader politico. Ovviamente i miei sono giudizi politici che nulla hanno di personale”.
VOTIAMO INSIEME PER UN CASO DELLA STORIA: IL NOSTRO UN NO POLITICO, IL VOSTRO SOLO CONVENIENZA
Cipriano lo ha voluto ribadire con forza: “Il nostro no, consigliera Cuciniello e consigliera Vecchione, il no del Partito Democratico, il o dell’opposizione è profondamente diverso dal vostro. Ci troviamo a votare insieme, ma per un caso della storia, ci troviamo ad esprimere lo stesso opinione ma per un caso della storia, perché il nostro è un no politico che boccia un modo di intendere la città di Avellino rispetto alla quale noi siamo stati e saremo sempre alternativi. Il vostro è uno di convenienza. Avete richiamato i venti giorni, avete dato alla sindaca un messaggio. Volete aprire nuovamente un’ ulteriore trattativa infinita? Qual è il problema se il rapporto fiduciario non era interrotto, accettavate una delle tante offerte che la sindaca, a mio avviso sbagliando, ma è una mia personale opinione, vi ha fatto”.