Cinipide e crisi del settore castanicolo: l’analisi della Coldiretti

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Avellino – Il settore castanicolo in Irpinia sta vivendo sicuramente un momento difficile a causa dell’ormai tristemente famoso Cinipide Galligeno. Un insetto che i castanicoltori hanno imparato a conoscere a loro spese e che è considerato, a livello mondiale, tra i più dannosi per il castagno. Questa specie è originaria della Cina e, in precedenza assente dall’Europa, è stata successivamente segnalata in Italia, prima nella provincia di Cuneo e poi in quella di Viterbo, fino ad essere rintracciata anche nella provincia irpina. L’insetto induce su foglie, amenti e germogli del castagno, la formazione di galle, compromettendo, in modo più o meno grave, lo sviluppo dei getti colpiti. Forti attacchi possono ridurre drasticamente la produzione e pregiudicare lo stato vegetativo delle piante. Nella nostra provincia l’area maggiormente interessata all’attacco del Cinipide è stata individuata alla frazione Aterrana di Montoro Superiore, dove, al momento risultano colpiti tra i 100-120 ettari tra castagneti da frutto e cedui, ma anche focolai più limitati sono stati riscontrati nei comuni di Salza Irpina, Serino, Solofra, Montoro Inferiore e Bagnoli Irpino.
La Coldiretti di Avellino sta costantemente monitorando la situazione con i suoi referenti territoriali. Nei giorni scorsi si è tenuto alla Regione Campania una riunione del tavolo tecnico appositamente costituito, su richiesta anche di Coldiretti, per fare il punto della situazione e avanzare delle concrete ipotesi per la predisposizione di un piano di interventi che porti all’eliminazione del problema. Si conta molto sulla ricerca e sulle esperienze delle due provincie, (Cuneo e Viterbo) che si sono trovate ad affrontare il problema prima di noi. E’ stato ribadito che al momento non c’è possibilità di una lotta chimica efficace. L’unica possibilità sarebbe la lotta biologica e già si è individuato un insetto antagonista che si sta testando sul territorio. Ma queste azioni comportano purtroppo tempi lunghi per poter definitivamente debellare l’attacco. Nell’immediato, occorrerà sensibilizzare i produttori al taglio e alla bruciatura dei rami colpiti (al momento non c’è altra via). La Coldiretti al tavolo tecnico ha avanzato come proposta concreta, oltre alla dichiarazione dello stato di emergenza fitosanitaria, l’individuazione di forme di ristoro per i castanicoltori obbligati a potare gli alberi, con le inevitabili conseguenze sui redditi aziendali in una zona dove il castagno rappresenta sicuramente la principale fonte di reddito per molte famiglie.
“E’ il momento di individuare soluzioni per far fronte all’emergenza, evitando strumentalizzazioni – ci dice il direttore della Coldiretti irpina, Giuseppe Licursi -. I problemi legati alla diffusione del cinipide galligeno devono essere inseriti in un progetto di ricerca che permetta di trovare tempestivamente soluzioni che possano sconfiggere l’insetto. Dobbiamo dare atto del lodevole impegno che sta mettendo l’Assessorato Regionale all’Agricoltura, con i suoi Settori provinciali, per far conoscere il fenomeno tra gli agricoltori e divulgare le prime azioni da attivare. In questa direzione va anche il Convegno organizzato dalla Regione per il prossimo 4 giugno ad Avellino. Anche la Coldiretti sta organizzando una serie di incontri sul territorio con i propri associati per responsabilizzare tutti sugli adempimenti obbligatori da porre in essere e non mancherà di interloquire con gli Enti preposti affinché i produttori agricoli possano affrontare adeguatamente il problema, limitando quanto più possibile i danni”.

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