Cgil ricorda il prof. Biondi: “Esempio di rigore morale”

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“La scomparsa di Federico Biondi ci addolora e ci rende orfani di un punto di riferimento morale e politico”. Così Vincenzo Petruzziello, segretario della CGIL di Avellino, a nome di tutta l’organizzazione sindacale.
“Con Federico Biondi, la città, la provincia, la sinistra ed il sindacato, perdono una figura di impareggiabile spessore morale e culturale. Un intellettuale lucido e rigoroso, che ha fatto dell’impegno prima e della riflessione poi, una ragione di vita. Federico – ricorda Petruzziello – ha preso parte a numerose iniziative messe in campo dalla CGIL, arricchendo con il suo contributo cristallino le nostre attività. Ricordo la targa che a lui fu consegnata dalla CGIL nel 2009, che custodiva gelosamente ed in bella evidenza, recante la scritta “difensore della Libertà e della Democrazia” ed ancora è stato nostro interlocutore in occasione delle manifestazioni per il 150simo anniversario dell’Unità d’Italia. Biondi ha sicuramente arricchito una intera provincia, ha segnato un’epoca in cui il confronto politico era dettato da contrapposizioni sicuramente aspre, ma sempre leali, un momento in cui si contrapponevano due grandi ideologie. Il patrimonio culturale e politico che Biondi lascia alla sinistra ed al sindacato sarà sicuramente impareggiabile, così come sarà difficile individuare una guida di analogo spessore ed autorità. Resta, invece, e sarà nostro compito portarlo avanti, il suo insegnamento, la sua capacità di far parlare la ragione. Figlio ed allo stesso tempo padre della città e della Provincia, ha mantenuto sempre un profilo basso, suggerito dal rigore morale che lo ha sempre tenuto lontano da logiche di potere, senza per questo venir meno all’impegno per le grandi battaglie sociali, alla difesa dei principi democratici, anche negli anni bui della Repubblica italiana che lo hanno coinvolto in prima persona. Sintomo, questo, di solidità di pensiero e di animo. Federico Biondi – aggiunge Petruzziello – per la CGIL ha rappresentato un interlocutore autentico, ne abbiamo apprezzato la capacità di analisi della realtà, ne abbiamo seguito, non sempre con impegno all’altezza del suo pensiero, la guida ed il ragionamento. Da sempre affezionato alla sua città, è stato per Avellino uno storico ed un intellettuale di primissimo livello. La notizia della sua morte ci lascia sicuramente disorientati, ma ci spinge a “rileggere” la sua vita ed il suo pensiero, in maniera propositiva, ad incarnare, nella nostra attività quotidiana, i suoi insegnamenti ed orientamenti”

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