Centrosinistra in fibrillazione tra i borbottii dell’Udeur, le accuse dei Ds e la difesa del fiorellino.

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di Teresa Lombardo –
Giornata caotica per il centrosinistra irpino. Troppe le fibrillazioni in vista di una settimana decisiva. Da più parti si apre la crisi che non risparmia nemmeno Palazzo di Città. Ad aprirla è l’Udeur cittadino guidato da Nicola Micera, ‘accompagnato’ dal massimo esponente provinciale Pasquale Giuditta che più volte dalle colonne del nostro quotidiano aveva fatto sapere di non condividere la linea del primo cittadino di Avellino Pino Galasso, a suo dire troppo condizionata da super assessori e da suggeritori di turno. Ma ad onor del vero, la questione sembra essere proprio un’altra, si intuisce anche dalle dichiarazioni rese. “Il sindaco deve al più presto possibile rappresentare la sua amministrazione insediandosi all’interno dell’Ato. L’Ente – ha dichiarato Giuditta nell’intervista di tre giorni fa – non può più avere un presidente Lello De Stefano ormai non più espressione del centrosinistra. Quando risolverà la questione, noi risolveremo il dato politico”. Dunque a far da padrona è la poltrona Ato che, come d’accordi dovrà andare, listino o no all’Udeur. Se non sarà Giuditta ad occuparla, vittoria permettendo, il vertice dell’Ente D’Ambito sarà comunque di un rappresentante del Campanile, piaccia o no. C’è ad ogni modo… anche altro. Alla ribalta ancora una volta la sostituzione dell’assessore comunale Luca Iandolo, il cui operato non viene messo in alcun modo in discussione: si tratterebbe di un cambio di testimone per un accordo pre-elettorale, che nemmeno i diretti interessati sembrano conoscere. Non migliore i rapporti all’interno della coalizione provinciale. La Quercia di via Carlo del Balzo non ci sta “all’assenza deliberata della Margherita” al tavolo convocato ieri mattina nella sede della Quercia che in un documento fa sapere: “Il tavolo dei segretari di centrosinistra, convocato per riprendere il confronto politico dopo i congressi ed anche in vista dei prossimi appuntamenti elettorali non si è svolto a causa della deliberata assenza della Margherita. Tale posizione di fatto determina lo scioglimento del tavolo stesso e l’apertura di una fase di crisi nel centro sinistra. Questa situazione, oltre a contraddire gli accordi sottoscritti in occasione delle scorse elezioni provinciali, può avviare un processo di disarticolazione dell’alleanza e di anarchia nei comportamenti politici ed istituzionali. I Ds, che al più presto svolgeranno una propria riflessione sulla situazione che si è venuta a creare, stigmatizzano l’atteggiamento della Margherita ed esprimono viva preoccupazione per le conseguenze che ne possono derivare”. Pronta la risposta del segretario provinciale del quartier generale di via Tagliamento Domenico Covotta che tiene a precisare come la non partecipazione del fiorellino fosse scontata.
“La Margherita- spiega Covotta – ha da tempo definito la sua posizione. Ritenevamo pertanto che il tavolo fosse superato perché prima di tutto ci deve essere il rispetto delle parti. Non condividiamo le dichiarazioni dei Ds secondo cui la Margherita è prevalicatrice. Vogliamo che ci sia invece un tavolo non solo in funzione degli eletti ma che sia rispettoso del centrosinistra. Perché noi crediamo nell’alleanza non solo nei comuni ma in tutti gli enti”.
Non crede che l’ennesima fibrillazione possa essere deleteria per l’immagine del centrosinistra?
“Non si tratta di fibrillazione. Cerchiamo di sostenere una linea di chiarimento per il bene dell’alleanza. Vi deve essere una base di correttezza di rapporto, una dialettica interna che faccia crescere l’intesa. Gli eletti non possono essere mortificati dal tavolo che deve dal suo canto avere regole precise”.
Più volte ha parlato di funzione specifica del segretario provinciale.
“Il segretario provinciale deve elaborare un programma; deve avere rispetto di coloro che siedono al tavolo; fatti gli organigrammi, demandare la scelta alle assemblee perché il tavolo deve essere garante dell’esecutivo”. Tra un richiamo e un altro, la tensione sale.

Ieri sera altri incontri per limare le candidature o meglio per trovare l’unanimità sul quarto nome che per la Margherita oltre agli on. Anzalone, De Luca, Sena, dovrebbe essere il farmacista di Ariano Irpino Padula – oggi, come confermato dal segretario della Margherita si scioglierà la riserva -; nessun dubbio per i Ds la squadra è composta da: Giusto, Adiglietti, Ninfadoro e Russo; per l’Udeur: Nicola Moretti, Federico Bongo, Gianfranco Iacobelli, rimane l’incertezza ancora sul quarto uomo che dovrebbe essere Salvatore Guerriero. Per il Pdci, Antonio Petoia, Nicola Cicchetti, Generoso Bruno e Annamaria De Marco. Per i Verdi, il segretario prov.le Gianluca Festa, l’ex sindaco di Bonito Walter Di Pietro, Donato Di Zenzo e forse l’attuale assessore provinciale Marcello Zecchino.Per quanto riguarda invece il centrodestra, l’Udc ha ufficializzato già da due giorni i nomi in corsa verso Palazzo Santa Lucia: Angelo D’Amelio, Crescenzo Pratola, Carmine Antonio De Vita, Antonio Macario. Forza Italia, invece si proporrà all’elettorato con: l’on. Cosimo Sibilia, Aldo Cipolletta, Roberto Castelluccio e forse Vincenzo Lucido o Giuseppe Ercolino. Alleanza Nazionale con l’uscente Franco D’Ercole, Eugenio Lettieri, il medico Umberto Santaniello. Ancora in dubbio il quarto nome, per rinunce dell’ultimora come conferma lo stesso consigliere regionale. Per quanto riguarda invece Alternativa Sociale, c’è per il momento una sola certezza: la candidatura del santangiolese ex An Rosario Del Priore. La Dc dell’irpino Gianfranco Rotondi è in cerca di alleanze e ha sottolineato come il suo partito, se sarà necessario non mancherà di stringere alleanze anche con gli antagonisti del centrosinistra: “con Alternativa Sociale di Alessandra Mussolini, con l’imperativo però che il simbolo e il nome della Democrazia Cristiana affianchi quello dei probabili alleati sulla scheda elettorale”. Con la Nuova DC per l’Irpinia scenderanno in campo, Osvaldo Micera, Gianfranco Picariello, Elia Muccio e Ada Rossi.
E’ chiaro che due i giorni ancora a disposizione, poi si entrerà nel vivo della campagna elettorale che lascerà sul campo non pochi ‘feriti’.

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