Caso Manzo, la strada in salita del processo e quella traccia al Ris non comparabile

0
1091

PRATA PRINCIPATO ULTRA- Non è una strada facile quella che ha intrapreso la Procura di Avellino nell’eventuale processo per il sequestro di Mimi’ Manzo, scomparso quattro anni fa a Prata Principato Ultra. Almeno da quello che emerge dai capi di imputazione, l’eventuale processo per sequestro di persona (senza un corpo o i resti di questo, i magistrati non hanno imputato l’omicidio ai due indagati) a carico di Loredana Scannelli e di Alfonso Russo, difesi dagli avvocati Rolando Iorio la prime e Palmira Nigro e Dario Cierzo il secondo, ci sara’ un processo quasi esclusivamente indiziario. Quelli raccolti rimettendo insieme le tracce e scoprendo nuovi video da parte dei Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Avellino ed in particolare incrociando orari, tabulati e dichiarazioni rese dagli indagati nel corso della lunga fase delle indagini preliminari. La prova chiave di questa indagine poteva esserci, ma a quanto pare, il riscontro definitivo arriverà dall’esame degli atti, non e’ giunta ad una determinazione. Si tratta della traccia rinvenuta nel T-Roc in uso a Loredana Scanelli la sera dell’ otto gennaio 2021. Il 9 gennaio 2023 erano stati eseguiti gli esami al Ris di Roma su una traccia (probabilmente di sangue) rinvenuta sotto il meccanismo di chiusura del vano portabagagli e repertata, nel luglio 2022, dai carabinieri del nucleo speciale presso il comando di via Brigata ad Avellino. Nel luglio del 2022, come è noto, sono stati eseguiti accertamenti sulla vettura noleggiata da Romina Manzo, figlia di Mimì, e guidata, la sera della scomparsa dell’uomo, dalla sua amica Loredana Scannelli. La vettura era stata sequestrata tuttavia nel gennaio del 2022. Gli accertamenti, con la presenza anche dei periti di parte, furono eseguiti presso la sede del comando provinciale dei Carabinieri. Gli esperti del Ris avevano isolato alcune tracce biologiche, molto probabilmente sangue, poi messo a confronto con il Dna dei familiari di Manzo. Ma dall’esame non è stato possibile eseguire alcun riscontro, proprio perché a quanto pare la traccia era troppo ridotta. Sarebbe stata la svolta e una prova scientifica che Mimi’ Manzo era stato su quella vettura. Quella che nel processo, almeno dalla lettura dei capi di imputazione. Un dato rilevante, seppure resti indagata per l’ipotesi di favoreggiamento dei due presunti sequestratori, e’ quello che riguarda Romina Manzo. La figlia dello scomparso infatti aveva dovuto convivere con un’accusa di concorso in sequestro dello stesso padre. Per lei accuse ridimensionate ed una vicenda giudiziaria che di fatto si separa da quelle di Russo e Scannelli. La Procura ha deciso di andare a processo con gli elementi in mano per dare una risposta giudiziaria ad un caso, un vero e proprio mistero, per cui da quattro anni si invoca la verità. Ora bisognerà attendere cosa deciderà il Gup, dopo l’eventuale, anzi assai probabile richiesta di rinvio a giudizio.